Home I lettori ci scrivono Siamo un esercito di disperati! Nuovo appello a Mattarella

Siamo un esercito di disperati! Nuovo appello a Mattarella

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Al Presidente della Repubblica,

 

Sono B. S. docente precaria dal 2008, mamma di due bambini di 6 anni e di 3 anni.

Ritengo sia necessario il suo intervento su una questione che penso sia prioritaria in questo momento nel mondo della scuola. A questo punto solo Lei è in grado far ragionare il Governo affinché riveda le sue posizioni in merito all’assunzione dei precari storici della scuola.

Mi rivolgo a Lei a nome e per conto di 13.000 docenti precari che sono fuori dal piano di stabilizzazione previsto dal Governo.

Siamo un esercito di disperati!

Non sappiamo cosa daremo da mangiare ai nostri figli dopo che il Governo avrà fatto approvare la riforma della buona scuola con l’unico obiettivo di lasciarci definitivamente a casa per assumere al posto nostro nuovi precari dando così l’illusione agli italiani e all’Europa di volersi mettere in regola in base alla recente sentenza del 26/11/2014 che ha imposto allo stato di stabilizzare coloro che hanno prestato servizio nella scuola per almeno 36 mesi. Nel piano della riforma non solo siamo condannati a sottoporci ad un concorso che mieterà necessariamente le sue vittime, ma la cosa assurda è che se un docente ha maturato alla data attuale 36 mesi di lavoro verrà escluso dal reclutamento dall’anno scolastico 2016/2017 e al posto suo verrà chiamato un docente che ha meno anni di servizio e quindi meno esperienza. Mi sembra un incubo.

Abbiamo investito su questo lavoro, ci siamo abilitati spendendo anche 3.500 euro (che sono serviti a fomentare le casse delle università) e ora ci dicono che staremo a casa perché il nostro peccato più grande è stato quello di aver maturato nella scuola più di 36 mesi si servizio ovvero di aver mandato avanti la scuola italiana in questi anni di sacrifici. La prego di aiutarci… siamo disperati!

Siamo 13.000 docenti che finora hanno degnamente e con sacrificio lavorato nelle scuole italiane. Siamo insegnanti a pieno titolo perché lavoriamo nella scuola da almeno 36 mesi (il che significa che abbiamo per lo meno firmato contratti per 4 anni scolastici) e siamo abilitati. Insomma, non ci manca nulla, ma il governo Renzi ha deciso di buttarci in mezzo ad una strada insieme alle nostre famiglie a partire dall’anno scolastico 2016/2017. Insomma, ci ha sfruttato finora e continuerà a farlo per un altro anno scolastico 2015/2016 dopodiché ci chiederà gentilmente di uscire per sempre dalla scuola. La nostra età media è di 40 anni. Abbiamo figli, famiglie la nostra unica speranza sarebbe quella del concorso che ci hanno già annunciato “sarà difficilissimo”. Mi creda un gratta e vinci tremendo giocato sulla nostra pelle.

Quale Stato Democratico butta in mezzo ad una strada personale: formato, che vanta esperienza pluriennale e che ha famiglia? La invito a riflettere: se oggi sarà il governo a riservarci questo trattamento domani un qualsiasi imprenditore sarà autorizzato a farlo nei confronti dei suoi dipendenti visto il buon esempio fornito dalle massime cariche dello Stato.

Il piano del governo prevede di assumere stabilmente solo i docenti che fanno parte delle cosiddette Graduatorie ad esaurimento (Gae). Si tratta di docenti che in alcuni casi non hanno prestato neanche un giorno di servizio, che finora hanno svolto altre professioni, disprezzando un lavoro che invece a noi interessa, amiamo e per il quale ci sentiamo vocati, per il quale ci siamo formati e che abbiamo svolto per una vita.

Nel mio caso sono “solo” sette gli anni di lavoro prestato per lo stato, assunta tutti gli anni da settembre a giugno su cattedra vacante, ma molti miei colleghi vantano anche il doppio o il triplo dei miei anni di servizio. Mi creda al governo stanno realizzando uno scempio.

La riforma della “buona scuola” è stata scritta ignorando che la scuola dovrebbe essere una priorità, come affermava tra gli altri Mazzini. Oggi invece la scuola è solo una istituzione da spremere, elemento su cui ragionare per realizzare gli ennesimi tagli.

Nel piano che si sono prefissati hanno deciso di rovinare migliaia di famiglie che lavorano nella scuola da anni costruendo delle certezze su un lavoro che finora è stato ritenuto utile (cattedre vacanti meritevolmente assegnate) e degno. Senza di noi chi avrebbe ricoperto per un intero anno scolastico quel determinato posto vacante o avrebbe insegnato quella determinata materia? Ora tutti i nostri anni di esperienza verranno cestinati con una firma. Secondo loro gente che lavora da anni con laurea magistrale (che significa che può insegnare) con abilitazione (che significa che può insegnare) con master (che significa che si è specializzata) dovrebbe sottoporsi ad una umiliante e degradante procedura concorsuale.

In sette anni di lavoro non ci è mai stata data questa possibilità. Quando noi tutti eravamo freschi di studi non ci è stata data questa possibilità. Le Scuole di Specializzazione sono state chiuse definitivamente nel 2008. L’ultimo concorso per la mia classe di concorso si è svolto nel 1999. Dunque quale pena sono chiamata a scontare?

Oggi ho un lavoro a scuola che ho l’obbligo morale di portare avanti degnamente e una famiglia di cui devo e voglio occuparmi. Il Signore ha ascoltato le nostre preghiere e ci ha voluto benedire donandoci un bimbo di 3 anni e una bimba di 6 anni che hanno sofferto molto lo scorso anno con una mamma che lavorava al mattino, studiava di notte e frequentava i corsi all’università di pomeriggio. Un anno che oggi mi sento di dire non è servito a nulla. L’Italia ci ha vergognosamente tassati (3.000 euro a testa) con il ricatto di dover prendere l’abilitazione se avessimo voluto continuare a ad insegnare. Oggi i miei figli sono condannati a soffrire ancora molto perché dovrò chiedere loro altri sacrifici per preparare questo concorso che vivo come una condanna a non poter più insegnare in quanto non mi ritengo in grado di superarlo considerato quante energie dovrò investire. Lavoro a scuola, preparare le lezioni al pomeriggio, la famiglia, i bambini, mio marito… mi creda mi rimane solo la notte per studiare. Le dico queste cose con il cuore in mano. Sono una mamma oltre che un’insegnante. Mi creda siamo tutti in questa situazione. Le chiedo di intervenire a nome di tutti i bimbi che sono figli di insegnanti precari che come me stanno per perdere il lavoro a causa di una manovra completamente sbagliata. Al governo nelle loro torri d’avorio non capiscono cosa significa vivere la vita normale della gente comune.

Le chiedo di spendere delle parole e delle azioni efficaci per noi.

Siamo dei cittadini che oltre che avere dei doveri hanno anche dei diritti. Uno di questi diritti è stato riconosciuto dalla Corte Europea nella sentenza del 26/11/2014. Essere stabilizzati e non come l’Italia ha voluto leggere: mandare tutti a casa!

Da questo governo ci si sarebbe aspettata più lungimiranza e intelligenza. Avrebbero potuto continuare a scorrere le graduatorie inserendo una fascia aggiuntiva alle Gae (Graduatorie ad esaurimento inserendo gli abilitati Pas e Tfa) o semplicemente lasciare tutto com’è e continuare a scorrere da GI (graduatorie di istituto) per i posti vacanti.

Invece, stanno piovendo migliaia di ricorsi che grazie alla Sentenza Europea qualsiasi insegnante sta vincendo e vincerà. Il piano buttato giù dal governo mostra che non si è avuta la giusta percezione del problema dei precari della scuola. La invito a far riflettere chi sta lavorando in questi giorni alla riforma perché non ha senso. Oltre alla pesante multa che l’Europa ha deciso che i cittadini italiani devono pagare si aggiungeranno i risarcimenti che tutti i tribunali di Italia stanno sancendo.

Mi fido di Lei perché la stimo e spero possa fermare questo scempio facendo riflettere i fautori del licenziamento definitivo di 13.000 docenti.