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Sinner e il percorso a scuola dei tennisti: il campione italiano si è diplomato da privatista, c’è chi punta alla laurea

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Jannik Sinner diventa il primo italiano nella storia in finale agli Australian Open: battuto in semifinale il 10 volte vincitore Novak Djokovic con i parziali di 6-1, 6-2, 6-7, 6-3 in quasi tre ore e mezza di gioco. Il serbo non perdeva a Melbourne da 2195 giorni. Sinner affronterà domenica il vincente di Medvedev-Zverev. Lo riportano i principali media come SkyTg24.

Sinner ha lasciato la scuola e si è diplomato da privatista

Ma qual è il percorso scolastico del giovane altoatesino? Sinner, classe 2001, nato nella provincia di Bolzano, come riporta Skuola.net, ha 22 anni e non ha conseguito il diploma nella scuola pubblica. Lo sportivo ha frequentato l’istituto economico fino al quarto anno, scuola che ha abbandonato per i troppi impegni sportivi. Il tennista ha più volte espresso la volontà di finire gli studi.

Come ha raccontato il suo primo istruttore a Il Corriere della Sera “la sua vita era solo tennis e scuola, finché ha potuto coniugare studio e sport: poi ha dovuto dare la maturità di ragioneria da privatista a Bolzano. Non ha mai avuto una vera gioventù e ancora oggi si diverte con un giro in mountain bike, un’escursione in montagna. Ma esiste solo il tennis: la sua vita, il suo lavoro, la sua fissazione, il suo amore”.

“L’Università non è fatta solo per i ragazzi”

Djokovic, invece, vorrebbe conseguire la laurea. Ecco cosa ha detto a La Stampa un paio d’anni fa: “Non so se l’anno prossimo, o fra cinque anni, ma sicuramente voglio prendere almeno una laurea. L’Università non è fatta solo per i ragazzi, la si può frequentare anche a 40 anni. Sono contento di quello che ho avuto, ma non aver conseguito una laurea da giovane mi rattrista”.

“Io sono un tipo molto curioso – ha aggiunto – L’argomento che mi coinvolge di più è quello della salute, un campo molto vasto. Ma mi piace anche studiare le civiltà antiche e l’archeologia. In questo periodo sto proprio cercando di capire cosa può interessarmi di più. Oggi, poi, si può fare molto online, che forse è il metodo migliore per me, sia come tennista sia come papà”.