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Stipendi docenti e Ata, neanche 80 euro lordi di aumento in tre anni. Fioramonti e sindacati delusi

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Il ministro Fioramonti e i sindacati si lamentano: nella legge di Bilancio di soldi per la scuola, ad oggi, ce ne sono ben pochi. E non una semplice indiscrezione, ma una certezza: nella stessa giornata, infatti, hanno espresso il concetto sia il ministro dell’Istruzione che i sindacati di comparto.

Il ministro: fondi ad oggi insoddisfacenti

Andiamo per ordine. Prima ha parlato il titolare del Miur, a margine della Maker Faire Rome, la rassegna dell’innovazione che si è aperta il 18 ottobre alla Fiera di Roma.

L’iter che porta all’approvazione della legge di bilancio, ha spiegato il ministro, è appena iniziato, ma “allo stato attuale i fondi per la scuola e l’università sono insoddisfacenti”.

Per il numero uno del dicastero di Viale Trastevere, che sabato 19 ottobre 2019 sarà in visita istituzionale a Matera, è ancora possibile che i due miliardi attesi per la scuola e un miliardo per gli atenei possano arrivare.

“Il dibattito continua e nei prossimi giorni continuerà il mio impegno per portare a scuola, università e ricerca i finanziamenti che servono”, ha concluso Fioramonti, confermando quanto dichiarato in settimana alla “Tecnica della Scuola” sull’importanza dell’impegno preso per rilanciare il settore.

I sindacati: sono queste le adeguate risorse?

Di cifre esigue, sempre riguardo gli aumenti in busta paga, parlano anche i sindacati, secondo i quali le stime sugli incrementi stipendiali, al momento, “a fatica raggiungerebbero gli 80 euro, per di più spalmati nel triennio contrattuale”.

In un comunicato congiunto, sottolineano per la Flc-Cgil Francesco Sinopoli, per la Csil Scuola Maddalena Gissi, per la Uil Scuola Rua Giuseppe Turi, per lo Snals Confsal Elvira Serafini e per Gilda Unams Rino Di Meglio, dicono che “siamo ben lontani dalle affermazioni ripetutamente rilasciate dal ministro Fioramonti, e soprattutto dagli impegni assunti esplicitamente in intese che lo stesso presidente del Consiglio ha direttamente firmato”.

A partire dall’Intesa di Palazzo Chigi del 24 aprile, e in tutte le sedi di confronto tuttora in atto col Miur”, si era parlato di “adeguate risorse in legge di bilancio, con un consistente investimento nei settori della conoscenza”, intesi come “premessa ineludibile per una doverosa valorizzazione di tutte le professionalità operanti nel comparto”.

“I segnali che si colgono vanno in tutt’altra direzione e ciò determina una situazione francamente inammissibile”, tuonano Confederali, Snals e Gilda.

Impegni disattesi, pronti alla mobilitazione

La critica si fa forte: “Non si può assumere l’impegno di avviare un percorso di avvicinamento delle retribuzioni del comparto alla media di quelle europee e poi disattenderlo così clamorosamente nei fatti”.

Per i sindacati, dunque, “i tavoli di confronto aperti al Miur diventano a questo punto la sede di un immediato chiarimento, di cui sarà dato conto al personale che rappresentiamo, pronti se sarà necessario ad assumere le opportune iniziative di mobilitazione”.

Come dire: se questi sono gli aumenti, il personale non starà a guardare: la stagione degli accordi e delle intese, l’ultima sottoscritta in giornata sui diplomati magistrale, potrebbe così fare spazio a manifestazioni e scioperi.