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Stipendi scuola: dice l’Aran che ci sono 400 euro in più al mese (ma in tre tornate dal 2019 al 2027). Intanto Cgil e Uil non firmano il contratto della Sanità

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Per la contrattazione collettiva nazionale del pubblico impiego siamo ad una svolta importante: lo ha annuncia nella mattinata del 13 marzo Antonio Naddeo, presidente dell’Aran, nel corso di un incontro in cui si è parlato delle dinamiche retributive pubbliche.
La “rivoluzione” – ha spiegato Naddeo sta nel fatto che, per la prima volta, il Governo ha pianificato le risorse da destinare ai rinnovi contrattuali per i prossimi sei anni.
Il costo dei rinnovi di tutti i contratti pubblici arriva a 10 miliardi per il triennio 2025-27 e raggiunge gli 11 miliardi per quello successivo.
Nel corso dell’incontro sono stati presentati dati specifici che consentono di stimare quale potrà essere l’andamento a medio termine delle retribuzioni.
“Il rapporto presentato oggi – precisa il presidente Aran – offre un quadro dettagliato dei dati economici della contrattazione nel pubblico impiego. Tuttavia, per avere una visione completa, è necessario affiancare a questi numeri l’analisi della parte normativa dei contratti, che ha un rilievo significativo anche rispetto al settore privato”.
L’Aran ha sintetizzato ed elaborato tutti i dati oggi disponibili e ha mostrato come gli incrementi stipendiali proposti non siano niente affatto disprezzabili.


Nei 3 trienni presi in esame (2019-21, 2022-24, 2025-27) il comparto dell’Istruzione può contare su uno stanziamento complessivo di poco più di 9 miliardi di euro che dovrebbe consentire un aumento medio a regime di 400 euro mensili pro-capite.
Anche in questo modo, però, la scuola, insieme con il settore degli Enti Locali, continua ad essere il fanalino di coda perché per la Sanità l’aumento previsto e di 530 euro, per le Funzioni Centrali si arriva a 562 e per gli Enti Locali ci si ferma a 395.
Si tratta ora di capire se questi dati rassicureranno i sindacati che nei prossimi giorni si siederanno al tavolo delle trattative per entrare nel merito del confronto.
Confronto che si preannuncia comunque molto difficile anche perché c’è il timore che anche per la scuola accada ciò che si è verificato per il comparto Sanità, dove il confronto si è fermato in quanto Cgil e Uil hanno fatto sapere di non essere in alcun modo disponibili a firmare un’intesa che – dicono – è ben lontana dalle reali necessità dei lavoratori.
Nel concreto potrebbe accadere che il contratto della Sanità non venga sottoscritto e che il Governo debba fare ricorso ad un atto unilaterale.