
Uno striscione con scritto “Pace” affisso nella recinzione di una scuola della provincia di Como nel periodo degli scioperi in supporto alla Flotilla per Gaza ha scatenato un vero e proprio caso. Il sindaco lo aveva fatto rimuovere per mantenere la “neutralità” dell’edificio pubblico.
Le parole del sindaco ai bambini
Come riporta Il Giorno, dopo le lamentele dei bambini della primaria e di molti genitori, lo striscione è tornato al suo posto. “Ho detto sì. Ho concesso l’autorizzazione. Voglio mettere fine a questa polemica inutile che non porta da nessuna parte”, ha fatto sapere il sindaco che ieri, seguito dal gruppo di maggioranza, è arrivato a scuola, è entrato nell’aula della quarta, dove lo aspettavano i bambini che hanno realizzato lo striscione.
“So che questa decisione vi ha fatto dispiacere e forse vi ha fatto pensare che qualcuno non creda nella Pace – ha detto il sindaco in classe –, ma non è così. La decisione di rimuovere quel cartello è stata presa perché il modo in cui è stato esposto non ha seguito le regole che tutti dobbiamo rispettare”. Alla fine delle lezioni, quando gli alunni erano già andati, il sindaco, il gruppo di maggioranza e alcune maestre, sono andati nel campetto e hanno rimesso lo striscione.
Il commento dei genitori
“In generale siamo contenti che lo striscione sia ‘tornato a casa’ – fanno sapere alcuni genitori –. Certamente le cose potevano essere mandate avanti diversamente e ci aspettavamo una apertura maggiore, ma siamo contenti che la nostra indignazione sia servita a far tornare lo striscione al suo posto, dimostrando anche l’unità della nostra comunità scolastica su valori così importanti come la pace”.
La lettera che avevano scritto i genitori
Lo striscione non conteneva simboli, solo la parola “Pace”. Nel giro di qualche ora però è arrivato l’ordine dal Comune: il manifesto va rimosso per “motivi di sicurezza”, e “per evitare polemiche”. Grande sconcerto e dispiacere tra i piccoli alunni, come riferito da alcuni genitori. Alcune mamme hanno deciso di scrivere direttamente al sindaco per chiedere conto della decisione.
“Quello è il frutto di un progetto didattico che ha coinvolto bambini di quarta elementare, che hanno nove anni. Non c’era alcuna finalità politica. Perché toglierlo? Loro sono rimasti molto delusi” è, in sintesi, il contenuto del messaggio, riportato anche dalla Provincia di Como e da La Repubblica.



