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Studenti accusano i docenti di metodi non ortodossi, violenza verbale e fisica: gli insegnanti protestano. Succede in Regno Unito

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Metodi non ortodossi, violenza verbale e talvolta fisica. Queste le accuse rivolte dagli studenti che frequentano le scuole anglosassoni, specie in Scozia, raccolte da osservatori indipendenti. L’aumento dei fenomeni di bullismo è fatto degno di nota che ha generato importante preoccupazione nelle scuole, tanto che i docenti sono talvolta costretti ad intervenire con metodi educativi che – a quanto pare – non sono stati applicati da chi di dovere tra le mura domestiche. Nonostante le scuole, come lamentano i docenti ai sindacati continuamente in lotta, stiano pian piano divenendo luoghi poco sicuri per insegnanti e studenti, questi ultimi lamentano l’utilizzo di metodi ortodossi a livello didattico, senza però considerare che il corpo docente non è incaricato di ruoli polizieschi in aula o simili. Il Ministero dell’Istruzione britannico ha pubblicato un comunicato in cui si dice amareggiato circa il peggioramento della situazione di sicurezza in classe, attribuendo parziale responsabilità ai docenti. Questi, riunitisi, hanno dichiarato il proprio pieno disappunto attraverso le sigle sindacali di competenza.

Le conferenze del NASUWT e la posizione del corpo docente

Gli insegnanti sono vulnerabili alle accuse infondate degli alunni quando applicano le regole di comportamento in classe, ha avvertito un sindacato. Il sindacato degli insegnanti NASUWT ha affermato che le scuole e le autorità educative devono proteggere il personale e offrire maggiore supporto ai docenti in prima linea. In alcuni casi le accuse possono sfociare in cause di natura penale, ha detto il sindacato prima della sua conferenza ad Aberdeen, in Scozia. Il governo scozzese, in particolare, ha affermato che le procedure scolastiche e delle autorità locali devono soddisfare le esigenze del personale e degli alunni. Una mozione alla conferenza NASWUT rileva con “preoccupazione e grande tristezza” la recente morte di un’insegnante di Borders – che è stata denunciata come suicidio – mentre era in attesa di processo per una presunta aggressione a un allievo. Mike Corbett, ufficiale della NASUWT per la Scozia, ha chiesto maggiori indicazioni al governo scozzese. “Poiché siamo emersi dalla pandemia, il feedback che riceviamo dai docenti membri è che i problemi comportamentali degli alunni sono sicuramente più impegnativi da gestire in classe”, ha dichiarato il responsabile al programma Good Morning Scotland della BBC Radio, rilevato dalla medesima testata.

Il confronto con gli enti locali

Corbett ha affermato di voler anche incoraggiare i genitori a sostenere maggiormente gli insegnanti e la scuola quando vengono avvisati del comportamento dei loro figli e “non passare immediatamente a un approccio litigioso e talvolta violento”. Il sindacato chiederà al ministro dell’Istruzione Jenny Gilruth, che sabato prossimo visiterà la relativa conferenza di “accettare che le cose tornino alla normalità nelle scuole”. La NASUWT ha registrato un aumento delle parolacce contro gli insegnanti e delle aggressioni fisiche agli insegnanti dall’inizio della pandemia. Il dottor Patrick Roach, segretario generale della NASUWT, ha affermato che le indagini, anche su accuse infondate, potrebbero essere “devastanti e spesso porre fine alla carriera“. Ha inoltre dichiarato alla BBC che “c’è una chiara preoccupazione da parte degli insegnanti che non sempre ricevono il sostegno di cui hanno bisogno dai dirigenti scolastici e dai datori di lavoro nell’attuazione delle politiche scolastiche sul comportamento”. Un portavoce del governo scozzese ha affermato che il supporto per affrontare le accuse “dovrebbe essere offerto attraverso le autorità locali, la direzione di linea e le strutture di assistenza del personale”. “Le scuole e le autorità devono disporre di procedure che soddisfino le esigenze sia del personale, sia dei bambini e dei giovani e devono garantire che qualsiasi iter locale per la gestione delle accuse coincida con le procedure disciplinari locali e di protezione dei minori”, ha affermato il portavoce dell’esecutivo.