
Mancano poco più di dieci giorni alla giornata internazionale dello studente del 17 novembre e cresce il moto di proteste contro le politiche del Governo Meloni per l’Istruzione pubblica. Tre giorni prima, il 14 novembre, sono previste manifestazioni studentesche in oltre 30 città italiane, organizzate dall’Unione degli Studenti.
Il 4 novembre, in diverse piazze in tutta Italia e davanti al ministero dell’Istruzione a Roma hanno intanto manifestato l’Usb e i ragazzi di Osa e Cambiare Rotta.
Nel frattempo, proseguono le occupazioni degli istituti superiori per mano degli studenti contrari alle politiche scolastiche e non solo. Soprattutto nelle grandi città, a partire da Roma, dove i giovani stanno agendo per solidarietà alla Palestina, ma anche per mettere al centro dell’opinione pubblica lo stato delle infrastrutture scolastiche considerate sempre più inadeguate e un modello pedagogico superato dai tempi.
I primi di novembre altri licei storici della capitale sono stati occupati: il Mamiani in viale delle Milizie, nel quartiere Prati, e anche il liceo Aristofane in via Monte Resegone.
“Dinnanzi al genocidio in Palestina, ad una repressione scolastica sempre più rigida e ai governi che investono per le armi e la guerra, non possiamo restare indifferenti“, hanno fatto spere via social gli studenti dell’Aristofane autori dell’iniziativa di protesta.
Dal liceo Mamiani, invece, sempre sui social la dirigenza del liceo ha subito messo le cose in chiaro: “Un piccolo gruppo di studenti è entrato illegalmente nell’istituto occupando la scuola, tutte le attività sono interrotte. Invitiamo i genitori a richiamare a casa i propri figli dato che si trovano in una situazione di pericolo e di illegalità. Diffidiamo ospiti e sedicenti esperti a partecipare alle attività degli studenti occupanti in quanto la scuola è ostaggio di una minoranza. La dirigente i docenti e il personale condannano questo atto immotivato e violento”.
Nella serata del 3 novembre, scrive l’Ansa, momenti di paura sono stati indotti, sempre a Roma da un gruppo di giovani incappucciati e vestiti di nero, che ha lanciato bottiglie e assaltato auto e cassonetti davanti al liceo occupato Righi, in via Campania, a pochi passi da via Veneto e Villa Borghese: i giovani gridavano ‘Duce duce’.
Tra le motivazioni dell’occupazione del liceo romano, che dura dal 22 ottobre, c’è anche la cancellazione di un convegno – che doveva avvenire nell’istituto, sulla situazione in Medio Oriente, presente un componente della Global Sumud Flotilla – dopo le critiche del deputato della Lega Rossano Sasso e anche di altri esponenti vari appartenenti alla maggioranza di Governo.
“L’attacco con lancio di bottiglie contro gli studenti del Liceo Righi, riuniti in assemblea, è un fatto gravissimo che non può essere minimizzato. Siamo di fronte a un’aggressione politica, violenta e squadrista, che deve essere condannata senza ambiguità”, ha detto la senatrice Pd Cecilia D’Elia, che a Palazzo Madama, assieme al collega Filippo Sensi ha presentato una interrogazione “perché il governo risponda e soprattutto smetta di far finta di non vedere”.
Alla Camera il deputato Andrea Casu (Pd). dopo aver pubblicato sui social le immagini dell’attacco al liceo romano, ha annunciato anche lui l’avvio di una interrogazione.




