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Taglio di più di 600 scuole autonome nei prossimi anni: lo prevede una norma della legge di bilancio

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La nuova versione del disegno della legge di bilancio parla, all’articolo 99, di “Misure per la riforma della definizione e riorganizzazione del sistema della rete scolastica”, già peraltro previste dal PNRR come aveva annunciato già tempo addietro l’ex ministro Patrizio Bianchi.
Per la verità inizialmente sembrava che queste misure dovessero servire anche, e forse soprattutto, per porre rimedio agli squilibri territoriali e alle diverse anomalie legate alla formazione delle classi (si va dalle cosiddette “classi pollaio” fino alle pluriclassi presenti ormai anche nei piccoli centri e alle difficoltà di formare le classi prime in molte realtà periferiche).
A conti fatti, invece, la legge di bilancio sembra finalizzata molto semplicemente a ridurre il numero delle istituzioni scolastiche autonome che, di qui al 2031, dovrebbe passare dalle attuali 7.519 a 6.953.
La relazione tecnica allegata al disegno di legge ci aiuta a comprendere meglio come avverrà questa operazione che dovrebbe consentire, a regime, un risparmio di poco inferiore ai 90 milioni di euro.

Innanzitutto la relazione parte da un dato importante, e cioè l’entità della popolazione scolastica di età compresa fra i 3 e i 18 anni che, nei prossimi anni, dovrebbe evolvere in questo modo:

2023          8.138.000
2024          7.992.000
2025          7.836.000
2026          7.681.000
2027          7.530.000
2028          7.383.000
2029          7.243.000
2030          7.115.000
2031          7.003.000

A fronte di questi numeri la legge prevede una progressiva riduzione del numero di istituzioni scolastiche autonome.

 Istituzioni
scolastiche
(A)(B)  
2022/20237.519  
2023/20247.519  
2024/20257.402117 117
2025/20267.30597214
2026/20277.20996310
2027/20287.15158368
2028/20297.09358426
2029/20307.01974500
2030/20316.95366566
2031/20326.88568634

Nella colonna (A) è indicata la differenza rispetto all’anno precedente, mentre nella colonna (B) è indicata la differenza “cumulata”, cioè la riduzione complessiva rispetto all’anno di avvio dell’operazione (il 2024/25).

La legge prevede che le istituzioni scolastiche dovranno avere un numero medio di alunni compreso fra le 900 e le 1000 unità (è previsto il parametro 400/600 per le aree montane e le isole).
In gran parte delle regioni del nord il parametro è rispettato da tempo, in particolare dal 2011/12, anno dell’ultima operazione importante di dimensionamento.
Questa misura, quindi, potrebbe colpire soprattutto le regioni del sud dove già nel 2011/12 il dimensionamento era stato molto “leggero”.