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Telefono Azzurro e 114 Emergenza Infanzia: un libro per raccontare il Covid-19 visto dai bambini

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Quanto Ancora? È il titolo della recentissima pubblicazione di telefono Azzurro, che racconta la pandemia vista dal servizio 114 Emergenza Infanzia. “Questa – dicono gli operatori che hanno raccolto le telefonate per la ricerca di aiuto in questo ultimo anno – è una delle domande più frequenti che ci hanno posto bambini e ragazzi durante questo periodo di pandemia”.

La pandemia da COVID-19 ha colpito e stravolto ogni aspetto delle nostre vite e la chiusura delle scuole e la didattica a distanza hanno accelerato le situazioni di disagio in cui, secondo il servizio 114, sono stati spesso protagonisti bambini e adolescenti, vittime di storie di abusi sessuali e violenza domestica, di solitudine e malessere.

Rischi, privazioni e richieste di aiuto

Come si legge chiaramente nell’introduzione al volume, a cura di Ernesto Caffo, che ha fondato Telefono Azzurro nel 1987, bambini e adolescenti sono stati indubbiamente una delle categorie più penalizzate dagli effetti indiretti della pandemia, in particolare a causa delle restrizioni adottate per contenerne la diffusione. Quest’ultime infatti hanno stravolto la loro normale quotidianità, imponendo la necessità di ridisegnare tempi, spazi e relazioni. Nel contesto delle privazioni che bambini e adolescenti hanno subito, spicca l’interruzione delle attività scolastiche: un importante fattore di rischio per il loro benessere. La scuola è infatti luogo di fondamentale importanza, non solo per la formazione, ma anche per lo sviluppo e il confronto relazionale.

Come emerge dalle tante storie che popolano il libro, a soffrirne maggiormente sono stati soprattutto quei bambini e adolescenti in situazioni pregresse di svantaggio, come gli studenti con specifiche esigenze educative, o provenienti da famiglie in difficoltà. Per molti di loro non è stato possibile usufruire della Didattica a Distanza, spesso per la mancanza di dispositivi elettronici, o di una connessione ad Internet adeguati. Ad aggravare il quadro, e questo emerge in modo drammatico dalla richieste di aiuto arrivate al 114, si aggiunge la crisi socioeconomica innescata dalla pandemia, che ha aumentato il tasso di disoccupazione, incidendo sulla vita di molte famiglie italiane; inoltre, anche a causa della riduzione delle attività dei servizi del territorio, per molti bambini e adolescenti è venuta meno la possibilità di segnalare eventuali problematiche e di ricevere l’adeguato supporto di cui avrebbero avuto bisogno.

Le storie che Quanto ancora? narra sono anche un invito forte all’ascolto delle nuove generazioni, quelle che più di altre hanno subito le conseguenze della pandemia. Per poter guarire le ferite sta a noi la responsabilità di dar voce e concretezza ai loro diritti, di promuovee la piena realizzazione di tutti i loro sogni e desideri. È, questo, il solo modo valido che abbiamo per garantire un futuro alla nostra comunità di domani. In questo gettare il cuore oltre l’ostacolo riusciremo soltanto se già oggi sapremo pensare, decidere e agire come comunità, sono queste le parole che ha scritto nel volume Elena Bonetti Ministra per le pari opportunità e la famiglia.

I dati

Oltre alle testimonianze, la pubblicazione di Telefono Azzurro fornisce anche dei dati allarmanti, tra cui quello significativo dell’aumento dei casi, paragonando il 2020 e l’inizio 2021: si tratta un incremento di circa il 6% e un aumento del 10% dei minori coinvolti, principalmente nel ruolo di vittime, per un totale di 2.235. Il picco dei casi si è avuto nell’unico mese intero di lockdown, aprile 2020, quando c’è stata una crescita del 49% giornalieri di richieste di aiuto.

In base alla loro provenienza geografica, i dati tra il 15 febbraio 2020 e il 14 febbraio 2021 mostrano che la maggior parte dei casi sono pervenuti dalla Lombardia (263 casi) in cui, con un incremento dell’8%. Circa 3 casi su 10 sono giunti da Lazio (161 casi), Campania (135 casi) ed Emilia Romagna (131 casi, con un aumento del 17%).

La principale area motivazionale in cui si registra un significativo incremento è quella relativa alla salute fisica, problematica emersa in 204 casi, rispetto ai soli 24 del periodo precedente; si segnala inoltre anche l’aumento del 39% delle motivazioni relative all’abuso psicologico, del 29% all’abuso fisico e un altrettanto significativo aumento del 18% delle motivazioni relative all’abuso sessuale. È stato anche registrato un aumento del 38% delle situazioni di conflittualità tra genitori o componenti del nucleo familiare, raddoppiate. Da 77 a 170 le motivazioni alla base della richiesta di aiuto attinenti all’area Internet, riferite al cyberbullismo, la cosiddetta pedopornografia online, il sexting e il grooming.

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