
Oggi, 18 giugno, ha inizio ufficialmente la maturità 2025 con la prima prova d’italiano, scelta a livello ministeriale e uguale, per contenuti, per tutte le scuole. Tra gli autori che sono stati proposti agli studenti ad un passo dal diploma ci sono Pier Paolo Pasolini e Giuseppe Tomasi di Lampedusa.
I commenti
Inutile dire che il mondo dei social sta commentando collettivamente l’uscita di queste tracce. Ciò che sta emergendo dagli umori degli utenti è il fatto che si tratta di autori che spesso non vengono studiati durante il quinto anno.
“Nessuno arriva mai a quel punto con il programma”.
“Il ministero riuscirà mai a mettere autori che gli studenti conoscono o che raggiungono con il programma?”.
“Due autori che la maggior parte non arriva mai a fare”.
“Il problema non sono le tracce su Pasolini e Lampedusa che comunque sono autori importanti e conosciuti, il problema è che la maggior parte degli studenti non arriva a studiarli a causa di un programma troppo vasto”.
“Quantomeno mettete tracce che sti poveracci studiano. Quella su Borsellino è bellissima ma anche qui c’è scarsa conoscenza, perché purtroppo nelle scuole se ne parla troppo poco”.
“Io non ho mai visto nessuno studiare Pasolini al liceo ed è un gran peccato”.
Maturità 2025 e la storia: 1 alunno su 2 non è andato oltre la Seconda Guerra Mondiale, il 37% è arrivato ai giorni nostri
Ogni anno lo stesso problema: dove sono arrivati i maturandi nel “programma” di storia dell’anno scolastico? Spesso soltanto alla prima metà del Novecento, fino alla Seconda Guerra Mondiale. A dirlo, con una indagine che ha coinvolto 1.000 maturandi, è stato il portale Skuola.net.
Il motivo? Spesso, nelle ultime settimane di attività didattica, i docenti hanno preferito interrogare, senza avanzare nel programma. Ben più della metà degli intervistati – circa 6 su 10 – ha visto l’ultimo periodo di lezioni dedicato dai docenti principalmente a verifiche e interrogazioni, con l’esame di Stato, di fatto, “snobbato” dalla maggior parte di loro.
Passando alla Letteratura Italiana – anch’essa centrale nella prima prova e nel colloquio orale – la situazione peggiora ulteriormente: meno di 1 su 3 dice di avere trattato tutti gli autori principali dello scorso secolo, e di avere avuto persino del tempo da dedicare al ripasso.
Più di 1 su 4 è invece arrivato al secondo ‘900, mentre per circa un altro terzo (32%) le lezioni si sono fermate alla prima metà del secolo scorso. E un buon 12% è stato ancora meno fortunato, chiudendo i libri poco oltre l’avvio del ‘900.
Per fortuna le cose cambiano per quanto riguarda le materie caratterizzanti i singoli indirizzi di studio, che saranno protagoniste della seconda prova scritta. Qui, il 52% degli studenti dichiara di avere terminato il programma, mentre il 31% si presenterà all’appuntamento con l’esame avendo lasciato indietro poco e nulla.
La parte restante – quasi 1 su 5 – dovrà anche qui fare da sé, tra chi dice di avere a malapena superato la metà del programma (11%) e chi lamenta una tabella di marcia da parte dei docenti del tutto insufficiente (6%).
Maturità 2025, tutte le tracce
Tipologia A, analisi e interpretazione di un testo letterario
A1: Pier Paolo Pasolini, “Appendice I a ‘Del Diario’ (1943-1944)” da “Tutte le Poesie“, a cura di Walter Siti (2009).
A2: Giuseppe Tomasi da Lampedusa, “Il Gattopardo“.
Tipologia B, analisi e scrittura di un testo argomentativo
B1: Piers Brendon, “Gli anni trenta, il decennio che sconvolse il mondo”.
B2: Riccardo Maccioni, “Rispetto” è la parola dell’anno Treccani.
B3: Telmo Pievani, “Un quarto d’era (geologica) di celebrità”.
Tipologia C, riflessione critica
C1: Paolo Borsellino, “I giovani, la mia speranza”.
C2: Anna Meldolesi e Chiara Lalli, “L’indignazione è il motore del mondo social. Ma serve a qualcosa?”.