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Trasferimenti, Giannini: info sbagliate, l’algoritmo è ok e migliaia di docenti tornati al Sud

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Per il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, le informazioni che circolano in questi giorni sui trasferimenti per ambiti sono spesso distorte e sbagliate.

In un’intervista al Corriere della Sera del 13 agosto, il responsabile del Miur sostiene che l’algoritmo per i trasferimenti dei docenti “non è un’entità metafisica, è un modello matematico”. Per cui, il ministro sostiene che parlare di errori a catena di tale modello non è verosimile.

Anche a proposito degli spostamenti numericamente aumentati verso il Settentrione, Giannini sostiene che stanno passando messaggi sbagliati: “abbiamo visto solo i prof ‘deportati’, in piazza, come gli 800 siciliani della scuola primaria che dovranno partire. Ma ci sono anche i 1.400, tantissime donne, che da anni insegnavano al Nord e che con questo piano sono rientrati in Sicilia“.

Poi, il ministro ribadisce, parlando della chiamata diretta, che “se qualche dirigente ha davvero chiesto alle docenti informazioni sui figli e su possibili aspettative in caso di gravidanze è grave. Anche i dirigenti dovranno essere valutati, e il modo in cui selezioneranno gli insegnanti sarà uno dei parametri per giudicarli“, aggiunge.

Nessuna “strage” di candidati sarebbe poi stata attuata in occasione del concorso docenti 2016: “il concorso è per sua natura selettivo. Non stiamo bocciando tutti: si va verso una media del 50% dei promossi“, spiega. “Stiamo vigilando in maniera sistematica. Con questi grandi numeri non è possibile del tutto escludere anomalie”, però ammette anche Giannini. Anche perché i casi non sporadici di ammissioni agli orali con il contagocce, da noi riportati nei giorni scorsi, non sono inventati.

Anche sulle polemiche dei docenti del Sud che elargiscono 100 e lode con facilità, rispetto ai colleghi del Nord, per Giannini “è sicuramente una questione che dobbiamo accertare”. E aggiunge: “lo faremo attraverso la valutazione dei professori“. Quindi, la via per evitare discostamenti dalle indicazioni nazionali è sempre la stessa, sia per i prof che per i presidi: valutarli. Resta da capire se la macchina organizzativa del Miur, con poche centinaia di ispettori, è oggi in grado di valutare l’operato di centinaia di migliaia di docenti e di 7mila dirigenti scolastici.

Intanto, Giannini al Corriere della Sera parla anche del progetto con cui dal primo settembre si varerà lo stanziamento di 320 milioni di euro di fondi strutturali Ue per tenere aperte le scuole anche il pomeriggio è pensato per i ragazzi che non riescono a completare il percorso di studi: “siamo al 14% di ragazzi che perdiamo per strada, soprattutto nella scuola secondaria di primo grado, quando sono ancora praticamente bambini”. “Più deboli i maschi e gli studenti di origine straniera. Ci sono regioni che hanno indici allarmanti, come la Sicilia, la Sardegna, la Campania“.

E questo significherà anche migliorare i dati dei test Invalsi: “È quello che spero e che penso avverrà”. Sarebbe opportuno inserirli anche nella maturità dice, ma, conclude il ministro, dovrebbero “affiancare” e non sostituire l’esame di fine secondaria.

 

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