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Un carcere senza scuola

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Nell’assegnare le cattedre, il Csa di Bologna, impegnato in questi giorni nella distribuzione dell’organico di diritto per il prossimo anno scolastico, ha "tagliato" le cinque cattedre di scuola elementare attive presso la casa circondariale "Dozza".
Pertanto, verranno a mancare i corsi di alfabetizzazione e di lingua inglese rivolti ai detenuti di quel carcere. Gli insegnanti impegnati quest’anno, che verranno ricollocati nelle scuole elementari bolognesi, dove le iscrizioni sono in crescita, ritengono "incomprensibile" la decisione, lamentando, tra l’altro, di non aver "ricevuto alcuna convocazione ufficiale".

In una lettera inviata agli enti locali, ai sindacati e al competente Csa, i maestri scrivono che "si tratta di una decisione arbitraria e ingiustificata", perché i corsi di alfabetizzazione in carcere sono "di istituzione ministeriale e la scelta di abolirli non dovrebbe fondarsi su un atto di natura amministrativa".
Dal Centro servizi amministrativi di Bologna, per il momento, nessun commento ufficiale, ma i sindacati vogliono chiarezza, paventando anche che per l’istruzione in carcere vengano aperte le porte ai privati a discapito di una formazione da parte della scuola pubblica.