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“Un mare di buoni propositi e nulla più: così è fallita la Buona Scuola”

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Il Mattino, quotidiano di Napoli, apre in prima pagina l’edizione di mercoledì 1 novembre con un’inchiesta sulla scuola, in particolare sulla Legge 107/2015, la “Buona Scuola” promossa dal governo Renzi. Si tratta di un ritratto a tinte fosche del provvedimento: nuova ondata di precari al Sud, cattedre vuote al Nord. I bonus per merito dati a singhiozzo, mentre i presidi denunciano che “i troppi ricorsi hanno bloccato il piano, penalizzando le vere professionalità”.

SENZA PRECARI LA SCUOLA NON SAREBBE PARTITA

Il precariato esiste, soprattutto al Sud, mentre al Nord c’è il paradosso: le cattedre sono vuote. Senza i contratti di supplenza la scuola non sarebbe potuta partire. L’organico di potenziamento prima, dell’autonomia dopo, per dare attuazione ai piani dell’offerta formativa, viene utilizzato nella maggioranza dei casi per fare da tappabuchi, per sopperire alle assenza dei docenti. Tutto, dunque, è naufragato – scrive Il Mattino -. Un mare di buoni propositi e nulla più. Naufragati in parte nella burocrazia: 83mila i supplenti con contratto a termine, 90mila inseriti in graduatorie ad esaurimento per decisione del Tar.

La continuità didattica, uno dei perni della riforma, per i primi due anni è sfumata per effetto delle migrazioni da Sud e Nord e per il moltiplicarsi degli incarichi provvisori assegnanti a migliaia di docenti proprio per evitare i trasferimenti. Anche quest’anno è andata così, si spera che l’anno prossimo non saranno fatti sconti.

All’annuncio “svuoteremo le GaE, i supplenti saranno sempre meno”, il governo si era impegnato ad assumere a tempo indeterminato. Le cose, invece, non stanno così. La situazione è 132mila persone nelle graduatorie ad esaurimento: 26mila per la scuola media, 106mila tra primaria e infanzia. Di questi, buona parte (90mila) è entrata grazie ai ricorsi (tra cui ci sono i diplomati magistrali prima del 2002). Situazione migliore nella scuola superiore dove le assunzioni hanno prosciugato le GaE. Mancano, però, i prof: al Nord soprattutto c’è carenza di docenti di scienze, italiano e lingue straniere.