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Una precaria senza stipendio per mesi: “Io immaginavo questo lavoro appassionante, ora guardo solo alle comodità”

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Una docente precaria si trova in forte difficoltà economiche, e lo ha denunciato a Il Corriere della Sera. La 29enne, incinta e con un figlio piccolo, si è ritrovata senza stipendio per mesi, da gennaio a giugno. “L’ultimo era arrivato a gennaio e finalmente qualche giorno fa, dopo tanta attesa, mi sono arrivati quelli di febbraio e marzo insieme”, poi più nulla, ha detto.

Troppi ritardi nei pagamenti?

Come a lei succede a tantissimi altri docenti precari che iniziano magari per una breve sostituzione, poi restano mesi nella stessa scuola, ma il 30 giugno restano senza contratto e vanno in Naspi. “Tre anni fa sono rimasta quattro mesi senza stipendio e per fortuna in quel momento vivevo ancora con i miei genitori. Un mio collega dell’epoca, nella stessa situazione, mi raccontò di doversi far prestare dei soldi dal fratello per pagare la benzina della macchina con cui andava a lavorare a scuola. Non è possibile proprio parlare di dignità in questi casi, è davvero frustrante dopo anni di studio e precariato. E non si capisce nemmeno quali sono le ragioni di questi ritardi nei pagamenti, anche perché la scuola in cui lavoro ha sempre fatto tutte le pratiche correttamente”, ha raccontato.

Ecco qual è la sua situazione: “Si fa fatica. Tanta fatica. Io e mio marito, con un figlio e un altro in arrivo, abbiamo avuto gravi restrizioni. Abbiamo dovuto fare molte rinunce. E quando proprio non ce la facevamo ci hanno aiutati le nostre famiglie d’origine, ma non è giusto. Chi non ha una famiglia alle spalle, pur lavorando non riesce di fatto a vivere”.

Il sogno della ricerca e l’ombra del precariato

La 29enne avrebbe voluto fare la ricercatrice: “Ho studiato Scienze naturali all’Università di Bologna. Avrei proseguito nella ricerca, ma quando ho visto il prof con cui ho fatto la tesi ancora precario a cinquant’anni, mi sono detta che forse avevo sbagliato strada. Se avessi saputo che poi, insegnando, sarebbe stato per certi versi peggio, forse sarei rimasta. Sono passata dalla padella alla brace e pensare che in tanti mi avevano sconsigliato di andare a insegnare, compresi diversi docenti”.

“Questo dei pagamenti è solo uno dei tanti problemi della scuola oggi. I concorsi vengono rimandati, le tempistiche sono lunghissime, le modalità di selezione folli e prima di entrare in ruolo ce ne passa di tempo. La frustrazione è tanta e nel mondo della scuola adesso il rapporto con i genitori è davvero molto difficile”, ha aggiunto.

“Le soddisfazioni sicuramente ogni tanto ci sono, momenti importanti in cui ti dici che ne è valsa la pena. Ero sognatrice una volta, immaginavo il lavoro della docente come qualcosa di appassionante, adesso guardo al lato positivo di certe comodità, essendo anche madre, come avere tempo in estate per mio figlio. Sono passata dal sogno alla pratica”, ha concluso con amarezza.