Home Attualità UNESCO, in Italia aumentano i “punti” per le discipline STEM e mobilità

UNESCO, in Italia aumentano i “punti” per le discipline STEM e mobilità

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Sappiamo che nel Vecchio Continente le discipline STEM, specie se ad alta specializzazione, risultano una scelta difficile per i giovani, che preferiscono intraprendere carriere non più elementari ma più comode sotto il profilo professionale. Il sogno è sedersi in un gradevole e spazioso ufficio e dinanzi uno schermo, magari in una grande Corporation con utili miliardari. Tale tendenza non risulta del tutto netta, almeno nell’ultimo biennio: sono in molti, tra il 2024 e il 2025, a decidere di tornare alle discipline tecnico-scientifiche per specializzarsi in professioni particolari e richieste. Se n’è accorta persino l’UNESCO, tanto da attribuire dei points al Vecchio Continente, che pare stia ribaltando pian piano le proprie tendenze equilibrando il mondo dell’educazione ed il mercato del lavoro. Quando l’UNESCO parla di “501.673 nuovi punti dati nazionali”, si riferisce a oltre mezzo milione di valori numerici aggiornati dai governi di più di 200 Paesi – ad esempio percentuali di insegnanti qualificati, quota di laureate STEM o studenti all’estero. Ogni valore è un punto dato nazionale, raccolto dalle autorità locali e poi verificato e armonizzato dall’UNESCO. Questi dati servono a monitorare in modo comparabile i progressi globali verso l’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile 4 (istruzione di qualità) e offrono un quadro aggiornato delle tendenze educative mondiali.

Un sistema “a punti”

L’UNESCO Institute for Statistics (UIS) ha reso noto che, con l’aggiornamento di settembre 2025, la banca dati globale sull’educazione è stata arricchita con oltre 501.673 nuovi punti dati nazionali provenienti da più di 200 paesi. Questi dati comprendono indicatori chiave sulla partecipazione femminile alle lauree STEM, la quota di insegnanti con qualifiche riconosciute e le statistiche sulla mobilità studentesca internazionale. L’update ha anche incluso revisioni al sistema di classificazione degli indicatori SDG (Obiettivi di Sviluppo Sostenibile), come la ridefinizione dell’indicatore 4.7.1 che integra aspetti di educazione alla cittadinanza globale e sviluppo sostenibile nei curricula e nei sistemi di valutazione scolastica. L’obiettivo dichiarato è migliorare la qualità, la copertura e la comparabilità dei dati per orientare meglio le politiche educative, ridurre i vuoti informativi e accelerare il monitoraggio verso il traguardo del diritto all’istruzione per tutti. Questi indicatori, inoltre, oltre ad identificare tendenze globali, permettono di indirizzare i fondi strutturali in contesti educativi e didattici fragili.

Una risposta per il Belpaese

In Italia, questo aggiornamento offre spunti preziosi per riflettere su quanto sappiamo davvero del nostro sistema educativo e sulle sue sfide per il presente e il futuro. I nuovi indicatori permetteranno – nel tempo – di confrontare con maggiore dettaglio la presenza femminile nei corsi STEM italiani, così come la mobilità verso l’estero dei nostri studenti universitari. Inoltre, rilevare dati più aggiornati su insegnanti qualificati e sulla composizione del corpo docente può mettere in luce eventuali squilibri regionali ancora nascosti. Forniremo così una base quantitativa più solida per domande che spesso restano vaghe per tutti noi: quante donne scelgono tecnologie e scienze? Quanto l’Italia è attrattiva per i nostri laureati all’estero? E quali differenze emergono nella qualità dell’insegnamento tra Nord e Sud? Questo aggiornamento UIS fornisce l’occasione — non un rimedio — per osservare meglio, capire con dati nuovi e orientarsi verso riforme più consapevoli. E’ migliorato di certo il bilanciamento in termini di partecipazione di genere alle discipline STEM ed ai relativi percorsi, così come la mobilità studentesca e gli scambi Italia – Estero.