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Università, meno abbandoni e più laureati

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Nell’ambito del convegno nazionale delle rappresentanze studentesche, promosso dal Consiglio nazionale degli studenti universitari (Cnsu), il ministro Moratti ha voluto fare un bilancio delle iniziative condotte dal Miur nel quinquennio 2001-2005, mettendo in rilievo i “duecentottantotto milioni di euro complessivi per diritto allo studio, orientamento, residenze, assegni di ricerca, tecnologia e mobilità studentesca”.
Il Ministro ha sottolineato che “tra gli indicatori di successo, rilevati dall’ultimo rapporto del Comitato per la valutazione del sistema universitario vanno certamente rimarcati l’aumento di circa il 14% delle immatricolazioni alle Università, dalle 319.000 del 2001, anno di introduzione della riforma della didattica, alle 363.874 dell’anno accademico 2004/2005, e l’incremento del numero dei laureati del 56% dai 171.806 del 2001 ai 268.821 del 2004”.
“Inoltre – ha aggiunto la Moratti – si segnalano la riduzione dei tempi di conseguimento del titolo di studio, dato che nel nuovo ordinamento il 51,7% degli studenti si laurea nella durata legale del corso, e soprattutto la riduzione dal 66 al 40% del tasso di abbandono degli studi. Infine va registrato l’incremento del 20% circa del personale docente e ricercatore rispetto all’anno 2000, passato da 50.501 unità a 60.089 all’1 gennaio 2006”.

Per Letizia Moratti “questi risultati sono dovuti soprattutto all’azione combinata delle diverse iniziative intraprese dal governo che hanno permesso di incidere sui punti deboli del sistema universitario”. Ma il Ministro non considera che i dati relativi agli studenti sono frutto dell’applicazione della riforma dei percorsi universitari (contraddistinta dalla formula “3+2”, laurea triennale di base ed altri due anni per il conseguimento della laurea specialistica) adottata dal precedente Governo di centro-sinistra.