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Valditara è un buon Ministro? Giuliani: “È per il rispetto delle regole, incarna i valori di Governo ed elettori, tra due anni i risultati”

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Il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara è alla guida del dicastero di Viale Trastevere da quasi tre anni: è tempo di primi bilanci. Al direttore della Tecnica della Scuola Alessandro Giuliani, intervistato ai microfoni di Sestarete Tv, è stato chiesto di esprimere un giudizio sull’operato del ministro leghista.

“Valditara conosce la scuola più di altri che lo hanno preceduto”

Giuseppe Valditara è un buon ministro dell’Istruzione? “Valditara – ha risposto il nostro direttore responsabile – è un ministro espressione del Governo più a destra da quando esiste la Repubblica. E lui identifica i valori di questo Governo: sicuramente l’attuale ministro esprime una scuola autorevole, più legata al rispetto delle regole e su questo il ministro è stato
integerrimo”.

“Un esempio – ha continuato – è la riforma del voto in condotta, con l’obbligo per lo studente che prende sei a fine anno di portare una tesina sull’educazione civica, come se si trattasse di un debito, fino alla bocciatura automatica per chi termina l’anno con cinque” sempre nel giudizio sul comportamento.

Proprio per ridare più autorevolezza agli insegnanti e alla scuola, per ribadire il rispetto delle regole, ha continuato Giuliani, “sono tante le iniziative portate avanti dal Governo. E Valditara rispecchia esattamente la volontà degli elettori”.

Certamente, ha sottolineato il direttore, “dal punto di vista della preparazione Valditara è un ministro che conosce la scuola più di altri che lo hanno preceduto nel ricoprire questo ruolo, già questo è un buon punto di inizio. Vedremo nei prossimi due anni cosa sarà riuscito a fare per il bene della scuola, degli studenti e di chi vi lavora”, ha concluso.

Maturità, Giuliani: “Ha fatto il suo tempo. Meglio valutare attività extra scolastiche all’orale più che lo studio mnemonico”

Giuliani ha anche fornito la sua opinione sui casi di scena muta alla maturità: “Credo sia un effetto social, che sicuramente agevolano l’emulazione. Quello che è interessante non è tanto la forma di protesta, lo scorso anno era già successo”.

“Non parliamo di migliaia di casi, arriviamo a sei. Quella che è cambiata è la risposta del ministero dell’Istruzione, che è diventato meno tollerante rispetto a questo tipo di protesta. Valditara vorrebbe cambiare l’esame introducendo una norma con l’obbligo dello svolgimento dell’orale. Gli insegnanti sono d’accordo, lo dimostra un nostro sondaggio. Sette docenti su dieci lo sono. La questione è un’altra: sulla protesta degli studenti che si sentono sminuiti a scuola non si hanno reazioni o risposte”, ha esordito.

In ogni caso, la maturità va cambiata: “Si tratta di un esame che ha fatto il suo tempo, soprattutto nell’era dei social e dell’IA va cambiato qualcosa. Ormai la struttura è uguale da anni, con l’eccezione del periodo del Covid. Abbiamo raccolto molte lamentele anche per quanto riguarda il voto finale, che si basa molto sull’esito delle prove e questo spesso penalizza molti studenti bravi che poi escono dalla secondaria superiore con una valutazione molto più bassa rispetto alla loro media durante gli anni. Questo senso di ingiustizia porta spesso a opporsi e a ribellarsi. C’è molto da discutere sulle modalità di protesta ma sicuramente servirebbe un confronto”.

“Molto dipende, secondo il professore Mario Rusconi, dalle lezioni poco interattive, coinvolgenti ed empatiche di alcuni docenti. Serve sicuramente maggior coinvolgimento. Per quanto riguarda il caso del ragazzo che vuole che il suo voto venga abbassato, questo non è possibile. Quello che è importante è che gli studenti portino avanti le loro idee con altre forme di protesta. Dall’altra parte, la maturità nell’impianto generale per così com’è non va. Da molte parti si crede un colloquio legato più alle attività svolte, per raccontare tutto quello che è stato fatto nell’extra scuola, nel sociale. Tutto questo riuscirebbe ad incidere di più, il ragazzo va valutato nel suo complesso e non solo attraverso le solite modalità che non sempre possono riuscire a valutare un ragazzo nella sua bravura nello studio mnemonico”, ha concluso Giuliani.