Home Attualità Valditara: “Gli editori devono rispettare il pluralismo”

Valditara: “Gli editori devono rispettare il pluralismo”

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Il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, dopo la mail inviata all’associazione degli editori per verificare la correttezza delle informazioni riportate nel manuale ‘Trame del tempo’ pubblicato da Laterza, ribadisce: “A scuola non si fa propaganda”.

E lo ribadisce nel corso di una intervista rilasciata a “La Stampa”, e ripresa da La7, nella quale insiste sul ruolo della scuola come “luogo neutrale, dedicato alla formazione e alla crescita critica degli studenti. La scuola è, per sua natura, uno spazio in cui si coltiva lo spirito critico, non in cui si impongono visioni precostituite. Per questo, ogni tentativo di trasformarla in un palcoscenico per messaggi ideologici va respinto con fermezza”.

Ha pure sottolineato, riferendosi all’accusa di Alessandro Laterza, di aver avviato una procedura in linea con quanto stabilito proprio dagli editori e che dunque non ravvede in questo “l’anticamera della censura“.

Valditara, spiega inoltre, che “educare significa offrire strumenti per comprendere la realtà, non suggerire una lettura univoca, mentre va rispettata la pluralità delle opinioni, per evitare appunto che i contenuti diventano veicolo di condizionamento, spegnando così il confronto e rischiando di ridurre gli studenti a semplici destinatari passivi”.

È utile discutere di attualità, storia e società, trovare spazio per dibattere sulle passioni civili, ma senza derive ideologiche. “Proteggere l’educazione da influenze esterne non significa renderla neutra o priva di contenuti forti, ma significa garantire un ambiente aperto, credibile e libero, in cui ogni studente possa formarsi in modo consapevole. Perché solo così si impara davvero a pensare”.

Tuttavia, da altre parti vengono ricordate alcune  iniziative promosse dal ministro che hanno suscitato polemiche e reazioni critiche: tra gli eventi messi all’indice – da studenti, insegnanti, sindacati e opposizioni – figurano, ad esempio, la commemorazione di Sergio Ramelli in una scuola di Milano; una lettera alle scuole in occasione del Giorno della Libertà, dedicato alla caduta del Muro di Berlino; la polemica sulla circolare che vietava l’uso di simboli inclusivi come l’asterisco e lo schwa; percorsi scolastici orientati verso i lavori legati alla costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina; riferimenti all’umiliazione che farebbe bene alla crescita dei ragazzi.