Attualità

Valutazione alunni primaria: ma davvero, come dice il Ministro, “apprendimento in via di prima acquisizione” equivale a “insufficiente”?

Prosegue senza sosta la “crociata” del Ministro Valditara e di altri esponenti della maggioranza contro l’attuale sistema di valutazione degli alunni della scuola primaria.
I giudizi descrittivi introdotti con l’OM 172 del 2020 all’epoca della ministra Lucia Azzolina non piacciono proprio né al Ministro né alla sottosegretaria Paola Frassinetti, che per la verità già dichiarato più volte di “tifare” per i voti numerici che avrebbero il pregio di essere semplici, chiari e comprensibili da tutti.
In questo ore, nel corso della sua visita alle scuole di Alghero, il Ministro è nuovamente intervenuto affermando: “Come fa un genitore o un bambino a capire che ‘in via di prima acquisizione’ vuol dire insufficiente? È una questione di chiarezza”.

Per la verità che “in via di prima acquisizione” equivalga ad “insufficiente” è un punto di vista, certamente autorevole visto che arriva dal Ministro, ma poco fondato.
Basta rileggere l’OM 172 e gli allegati per rendersene conto.
Intanto bisogna ricordare che i livelli previsti dalla OM 172 riguardano i singoli obiettivi di apprendimento e non la disciplina nel suo insieme.
In linea generale – spiegano le linee guida del 2020 – si parla di apprendimento in via di prima acquisizione quando “l’alunno porta a termine compiti solo in situazioni note e unicamente con il supporto del docente e di risorse fornite appositamente”.

Gli obiettivi di apprendimento delle diverse discipline possono essere più o meno numerosi e non è detto che in ciascuno di essi uno stesso alunno si collochi al medesimo livello.
In matematica per esempio Pierino potrebbe essere al livello base nella esecuzione delle operazioni con i numeri naturali e al livello di prima esecuzione nel riconoscimento e nella descrizione delle figure geometriche.
(Il livello base prevede che l’alunno porti a termine compiti solo in situazioni note e utilizzando le risorse fornite dal docente, sia in modo autonomo ma discontinuo, sia in modo non autonomo, ma con continuità).
Come è facile intuire fare una “media” fra i due livelli riferiti ad obiettivi diversi ha poco senso soprattutto perché una procedura del genere non consente all’alunno e alla famiglia di capire esattamente quali siano i “punti di forza” e i “punti di debolezza”.

Il Ministro ha anche aggiunto: “Stiamo valutando se sia utile aggiungere la possibilità di mettere ‘gravemente insufficiente’ dal prossimo anno scolastico”.
C’è solo da chiedersi se il “gravemente insufficiente” sia un giudizio sintetico così facilmente comprensibile per alunni e famiglie.
Semplificando, si potrebbe rispondere: significa che l’alunno deve studiare di più.
Sì, ma esattamente cosa dovrebbe studiare?
Dovrebbe imparare a fare meglio le operazioni? Dovrebbe essere in grado di individuare qualche strategia per risolvere i problemi?
E se, molto banalmente, non riuscisse a risolvere problemi anche semplici perché non comprende bene il testo?
Prima di dire che sufficiente, buono e ottimo sono giudizi chiari e comprensibili sarebbe bene fare qualche riflessione.

Reginaldo Palermo

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