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Vecchioni incontra una sua classe: “Gli anni a scuola sono stati il senso della vita”. Gli ex alunni: “Per lui non eravamo numeri”

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Il cantante ed ex docente Roberto Vecchioni, nel corso dell’ultima puntata de Le Parole, programma di Rai1 condotto da Massimo Gramellini, andata in onda lo scorso sabato 27 maggio, ha vissuto un momento molto emozionante: ha incontrato l’ultima classe in cui ha insegnato prima di andare in pensione, nel 1999.

“Ricordo voi come se fosse oggi, ho un tempo dentro che rimane dentro, fisso. Gli anni di scuola sono stati il senso della vita. La scuola fatta così, parlandoci, tentando di capire i piccoli segreti, i misteri, le emozioni è il senso della vita”, ha detto Vecchioni, dopo aver visto i suoi ex alunni.

Gli aneddoti degli ex alunni

Questi ultimi hanno raccontato come erano le interrogazioni del prof Vecchioni: “Erano quasi sempre programmate e di gruppo. Il prof premiava molto l’impegno; magari l’interrogazione andava male ma lui ti premiava lo stesso. Invece se capiva che avevi studiato all’ultimo e di fretta…”.

“Dovevamo sperare che vincesse l’Inter la domenica per evitare l’interrogazione il lunedì”, ha detto un’altra ragazza. “Se vinceva l’Inter ogni tanto cancellava il voto peggiore. A me cancellò l’0,5 di una verifica di greco”, ha fatto eco un altro.

“Quando rese i compiti sui verbi una volta mi diede -2, non ne avevo azzeccato uno e quei pochi che erano giusti erano copiati male”, ha detto un’altra. Tra i vari aneddoti, Vecchioni ha raccontato di essere solito lanciare il gessetto in caso di rabbia. L’ex professore ha anche detto: “Abbaiavo è basta, loro avevano capito il gioco”.

“Periodicamente c’erano i tornei di Mercanti in Fiera in cui c’era in palio la cancellazione di un voto brutto”, “Il sabato giocavamo la schedina di classe”, questi altri racconti. Una delle sue ex alunne presenti in studio ha detto di essere diventata anche lei docente: “Vecchioni è rimasto un modello, anche per la multidisciplinarietà”.

“Non eravamo numeri da incasellare”

Com’era Vecchioni con i genitori? “Una volta chiese a mia mamma di parlare di me, per un’ora. Non ci vedeva come numeri da incasellare, ma persone da cui tirar fuori il meglio”, ha detto un suo ex alunno. “Ancora oggi mi vanto di averlo avuto come professore”.

“Eravamo in una sfera. Quando entravo in quella classe io mi sentivo felice, ogni volta. Come se fossimo fuori dal mondo e dentro al mondo, tentavamo di capirlo dalla nostra sfera. Non erano le materie che contavano, ridevamo, scherzavamo. Ero il loro professore, non il loro amico. C’era un rapporto di autorità, ed era giusto che l’avessi. Tutti devono essere bravi ma ci deve sempre essere qualcuno con la bacchetta”, ha detto il cantautore.

“La scuola è insieme”

Vecchioni ha poi concluso parlando della scuola oggi: “La scuola è insieme, la prima cosa che conta è accorgersi dell’altro, confrontarsi, non le materie. La scuola insegna prima a vederti dentro e poi a capire cosa c’è fuori. Se ti scruti dentro hai la forza e la capacità di superare tutto ciò che c’è fuori. Non bisogna lasciare dietro la storia, le radici di tutto. Bisogna andare a scuola, per essere uomini”.