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A ciascun bisogno la sua risposta

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Nella Proposta di Legge in discussione alla Camera si parla di «carriere separate» per il sostegno, di «nuovi ruoli», di «specializzazioni sulle singole disabilità», di «continuità forzata», con l’intento esplicito di scoraggiare i docenti a intraprendere questo tipo di insegnamento, per poi passare su classe comune o sulla propria disciplina nella scuola secondaria.

 

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I docenti di sostegno invece, si legge  su superando.it, sono contrari a questa prospettiva, sostenendo “la necessità di una trasformazione in senso opposto a quella proposta dalla riforma, attraverso il sostegno alla cattedra mista e alla doppia docenza; siamo inoltre particolarmente delusi del fatto che le parole del sottosegretario Faraone lascino trapelare la percezione di noi docenti di sostegno come di personale non motivato, non adeguato, incapace di affrontare le situazioni problematiche che la scuola offre, perché desiderosi “anche” di insegnare la disciplina per cui ci siamo formati”.

Ritengono infatti i docenti che, in buona parte, “la Proposta di Legge nasca da un bisogno concreto e forte di dare risposta ai bisogni degli studenti con disabilità gravi e gravissime, ma che “abbia cercato una prospettiva troppo rigida per risolvere il problema”

 “Noi docenti vorremmo allora far riflettere su come nella nostra scuola esistano situazioni talmente differenti che una sola risposta – quella della carriere separate – non potrà mai essere la soluzione adeguata, anzi avrà l’effetto opposto”.

 

“Sempre meno docenti saranno disposti a intraprendere questa professione, se non avranno di fronte a sé prospettive di carriera pari a quelle degli altri docenti, se dovranno occuparsi per la vita solo di disabilità, in un contesto ricco di stimoli come la scuola: i docenti di sostegno, infatti, sono docenti, non assistenti, educatori o medici”.

“Noi riteniamo”, si legge su superando.it, “che per venire incontro ai bisogni di ciascuno si dovrebbe formare il personale in modo differente, rivendicano da tempo il desiderio di non svolgere “attività assistenziale”, ma “didattica”, di supporto reale a tutti quegli studenti che con un aiuto concreto sarebbero in grado di superare molti ostacoli”

“Non servono “docenti di sostegno”, come li abbiamo conosciuti finora, piuttosto figure di supporto educativo”.

“Chiediamo dunque che il Ministero”, si legge su superando.it, “prima di approvare qualsiasi “riforma del sostegno”, valuti con molta attenzione i rischi che la carriera separata avrebbe sul personale oggi in servizio e su quello che si sta specializzando sulle regole attuali e non compia l’errore di compromettere un’inclusione oggi efficace per molti studenti, attraverso la ricerca di una “separazione di carriera” e di una “vocazione” a priori ad occuparsi di disabilità, che a nostro parere non sono realisticamente realizzabili nella complessità della scuola di oggi”.