Home Politica scolastica Accordo mobilità: non piace ai docenti di FB… e agli altri?

Accordo mobilità: non piace ai docenti di FB… e agli altri?

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La firma dell’intesa per il contratto sulla mobilità sta provocando nel web una bella ondata di commenti, per lo più negativi.

Non tutti i commenti sono però pertinenti; per esempio molti si limitano a protestare perchè “la legge 107 va abrogata, punto e a capo, non ce ne facciamo nulla di accordi e accordicchi”.
Sfogo del tutto comprensibile, anche se per la verità non sarebbe male ricordare che con un contratto sulla mobilità non si può certamente cancellare un’intera legge: al massimo si possono “attenuare” alcuni effetti delle disposizioni che ineriscono appunto l’assegnazione del personale alle sedi di servizio.
Peraltro va anche detto che il mondo della scuola ha avuto nei mesi scorsi l’opportunità di sottoporre a referendum alcuni punti della legge (chiamata diretta, buono premiale, alternanza scuola-lavoro e school bonus), ma in realtà non si è riusciti ad arrivare alla 500mila firme necessarie.
Lo sforzo che sindacati e amministrazione scolastica hanno fatto per addivenire ad un accordo sembra quindi essere stato poco apprezzato dal mondo della scuola: le critiche non risparmiano neppure i sindacati, colpevoli – secondo molti – di essere troppo arrendevoli nei confronti della Ministra. Il fatto è che – almeno per ora – la chiamata diretta non è ancora stata eliminata anche se, stando ai “si dice” sembra che il Governo potrebbe inserire una norma in tal senso nel momento in cui il decreto “milleproroghe” dovrà essere convertito in legge. 
L’acrimonia contro i sindacati del comparto che si legge in molti commenti usciti in questi giorni nei social deve però far riflettere, perchè delle due l’una: o i sindacati non sono più rappresentativi del mondo della scuola oppure i social rispecchiano solo in parte i veri umori dei docenti e del restante personale.
Se fosse vera questa seconda ipotesi, forse bisognerà incominciare a non dare peso più del necessario a quanto si legge quotidianamente su Facebook.