Home Precari Al Miur promettono: “Mai più ritardi nei pagamenti dei docenti supplenti”

Al Miur promettono: “Mai più ritardi nei pagamenti dei docenti supplenti”

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Il problema dei docenti supplenti non pagati dopo mesi di lavoro è proprio una brutta faccenda. Un misfatto che ha sottolineato l’inefficienza organizzativa del Miur.  La nostra testata giornalistica è intervenuta varie volte sul problema, che ogni volta sembrava risolto ma poi continuava a permanere. In un nostro articolo abbiamo anche messo in evidenza  la situazione paradossale in cui un docente di Torino si è trovato costretto a mangiare alla mensa dei poveri perché non percepiva lo stipendio da oltre tre mesi. Adesso la Miur promettono: ““Mai più ritardi nei pagamenti dei docenti supplenti”.

Dalla pagina facebook MiurSocial, Davide Faraone sottosegretario del Miur scrive: “Ogni anno, sempre in questo periodo, una parte degli insegnanti supplenti, subisce un ritardo nel pagamento degli stipendi. Una prassi inaccettabile. Abbiamo letto su qualche giornale che il problema sarebbe frutto amaro de ‪#‎labuonascuola. Falso.

 

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È vero semmai il contrario: grazie alla legge 107 e alle risorse economiche destinate, questo sarà l’ultimo anno in cui gli insegnanti subiranno un ritardo nei pagamenti. Gli insegnanti che hanno svolto supplenze, perlopiù brevi, e che sono in attesa di ricevere lo stipendio da settembre lo avranno entro pochi giorni. Ci siamo da subito attivati per risolvere la questione. La maggior parte di coloro che si trovano in questa situazione riceverà entro questo mese gli arretrati dei mesi di settembre e ottobre, mentre a gennaio saranno saldate anche le mensilità di novembre e dicembre. Inoltre possiamo comunicare, che grazie alla Buona Scuola, abbiamo risolto definitivamente il problema.

Con 150 milioni della 107/2015 copriamo il buco nel fondo per il pagamento delle supplenze. Non ci ritroveremo l’anno prossimo in questa stessa identica e incresciosa situazione”. Speriamo solo che sia vero. La prendiamo come una promessa solenne che se disattesa non mancherà di provocare indignazione.