
Entrata in vigore il 4 gennaio del 2000, la Legge 15 dicembre 1999, n. 482 detta norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche.
Dopo il primo comma dell’art.1 , in cui si sottolinea che la lingua ufficiale della Repubblica è l’italiano, già al comma successivo il legislatore aggiunge che comunque la Repubblica, oltre a valorizzare il patrimonio linguistico e culturale della lingua italiana, promuove altresì la valorizzazione delle lingue e delle culture tutelate dalla presente legge.
Quali sono queste altre lingue e culture tutelate dalla legge? Le elenca l’articolo 2: In attuazione dell’articolo 6 della Costituzione e in armonia con i principi generali stabiliti dagli organismi europei e internazionali, la Repubblica tutela la lingua e la cultura delle popolazioni albanesi, catalane, germaniche, greche, slovene e croate e di quelle parlanti il francese, il franco-provenzale, il friulano, il ladino, l’occitano e il sardo.
Questo per ricordare che la tutela e la valorizzazione delle minoranze linguistiche rappresentano un pilastro fondamentale del sistema scolastico italiano e che la ricchezza culturale dell’Italia si esprime anche nella presenza di numerose minoranze linguistiche all’interno del suo territorio.
Ma anche per presentare – come ricorda edunews24.it – il prossimo Seminario nazionale sulle lingue e tradizioni di minoranza, che avrà luogo a ottobre e per il quale la Direzione Generale per gli Ordinamenti Scolastici del Ministero dell’Istruzione e del Merito ha pubblicato qualche giorno fa un avviso relativo all’affidamento della sua organizzazione.
La scuola che si aggiudicherà l’affidamento sarà responsabile dell’organizzazione dell’intero evento, dal coordinamento logistico alla predisposizione dei lavori e delle sessioni formative, fino alla raccolta degli atti e alla valorizzazione delle esperienze presentate. La scadenza per la presentazione delle manifestazioni di interesse è fissata inderogabilmente al 18 luglio 2025.
Ma entriamo nel vivo della questione, dando un’occhiata alle tematiche di cui si discuterà: Educazione plurilingue e pluralismo culturale, Integrazione delle lingue minoritarie nei curricoli scolastici, Risorse didattiche e strumenti digitali per l’insegnamento delle lingue di minoranza, Buone pratiche e progetti di valorizzazione culturale nei territori, Relazioni tra scuola, territorio e comunità linguistiche.
Molto interessante la questione delle buone pratiche da socializzare. A questo proposito, riteniamo che al Seminario non si potrà non parlare della conferenza internazionale “Minority Languages Uniting in Diversity“, dedicata alla valorizzazione delle lingue minoritarie come strumento di inclusione sociale e coesione territoriale, organizzata dall’Agenzia Nazionale Erasmus+ INDIRE e svoltasi a Cosenza nel mese di giugno scorso. Una Training and Cooperation Activity che ha riunito oltre 60 persone da 17 paesi diversi, tra rappresentanti delle Agenzie Erasmus+ europee, esperti, ONG, amministratori locali, scrittori, docenti e operatori educativi per esplorare il potenziale del programma Erasmus+ nella tutela delle lingue e culture minoritarie.
Durante il seminario, accademici ed esperti hanno affrontato il tema delle minoranze linguistiche, con focus sull’esperienza arbëreshë e occitana in Calabria, per l’Italia, e sul caso belga, paese dal profilo linguistico caratterizzato dalla presenza di tre lingue madri e di minoranze linguistiche nei territori di confine.
Un’altra buona pratica è quella realizzata durante quest’anno scolastico dall’I.C. “Margherita Hack” di Maniago con il suo progetto ‘Gjoia e il meil da la gjentileçia’, in cui la storia dell’ape realizzata dai bambini coniuga i temi della natura, della gentilezza e il legame con la lingua friulana. Come si legge nella sua scheda di presentazione, il progetto ha contribuito a rafforzare l’attaccamento alle tradizioni locali e a trasmettere valori senza tempo come il rispetto per la natura e la consapevolezza della sua bellezza. L’uso della variante maniaghese della lingua friulana, arricchito dalla collaborazione di esperti e appassionati del territorio, rende il testo ancora più autentico e radicato nella cultura locale.