
L’attore Alessandro Gassmann, che sta per compiere sessant’anni, ha rilasciato una lunga intervista a Il Corriere della Sera in cui ha ripercorso la sua vita e la sua carriera, partendo dall’educazione ricevuta dal padre, il compianto mattatore Vittorio Gassmann.
Inutile dire che l’attore romano ha parlato anche di scuola, citando l’educazione “militare” ricevuta dal papà: “Un esempio? Leggere tre libri a settimana e farne il riassunto era duro per un ragazzo. E io ero un pessimo studente, non avevo capito il senso della scuola. Ma papà mi ha insegnato a fare sempre, nella vita, la scelta che comporta più fatica. Infatti, sono uno stakanovista”.
“Papà a scuola aveva tutti dieci”
“Papà nasce da un ingegnere sismico tedesco che in Italia conobbe nonna, ebrea. Nonno muore che papà aveva 14 anni, lasciando da sola a Roma una vedova ebrea con due figli nel 1938, anno grave. Due cugine di nonna vengono deportate ad Auschwitz e uccise. Lei si salva perché papà era nella nazionale di pallacanestro. L’addestramento militare nasce da quella vedova spaventata che, per uscire da una situazione disperata, punta sui figli, spingendoli a primeggiare. Papà a scuola aveva tutti dieci: nonna non avrebbe accettato un nove. Lei aveva sognato di fare l’attrice e, quando papà si iscrisse a Giurisprudenza, lo iscrisse a forza all’Accademia di arte drammatica”, ha spiegato.
“Il Professore” e l’esperienza traumatica a scuola
Gassmann, che nella serie “Il professore” interpreta un carismatico docente, ha spesso raccontato di essere stato uno studente non brillante.
“Io ho avuto una pessima esperienza scolastica, sono stato un pessimo studente perché ho sempre frequentato scuole molto coercitive, molto punitive. Avevo paura delle interrogazioni, dei voti, quindi non ci andavo volentieri, era proprio un’angoscia per me. Infatti, sono sempre andato male e spesso non ci andavo. Ho cambiato parecchie scuole per problemi caratteriali. Andavo male in tutto, tranne che in geografia perché mi è sempre piaciuta, in disegno perché ho una buona mano e in italiano, diciamo, riuscivo a esprimermi, anche perché in casa vivevo con Vittorio Gassmann che ogni congiuntivo sbagliato lascio immaginare…”, ha spiegato.