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Alunno con autismo bocciato, la scuola replica: “Senza percorsi differenziati si usano i criteri previsti per tutti”

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In questi giorni ha fatto scalpore lo sfogo della mamma di un ragazzo con autismo che quest’anno è stato bocciato a scuola, al terzo anno di un istituto alberghiero. La donna ha criticato l’operato dell’istituto, dicendo che si è trattato di una vera e propria sconfitta per la scuola.

I docenti e la dirigente scolastica hanno deciso di fornire la propria versione, riportata da Taranto Today. Il cuore della replica sta in una precisazione che va al nodo della questione sollevata dalla famiglia: l’esistenza di percorsi differenziati, specifici per gli studenti con disabilità.

Una scelta che, sottolineano i docenti, può essere condivisa o meno dalle famiglie: “Se non si opta per questo tipo di percorso – spiegano – la valutazione dell’alunno avviene secondo i criteri previsti per tutti, in relazione agli obiettivi delle discipline”. In questo senso, la bocciatura non deriverebbe dalla condizione dello studente, ma dall’impossibilità, per il consiglio di classe, di certificare il raggiungimento dei traguardi minimi richiesti.

La scuola contesta le modalità usate dalla donna per diffondere il suo pensiero

Il documento parla di una comunità scolastica che lavora ogni giorno “con professionalità, attenzione e cura”, e che ha al suo interno anche insegnanti che vivono in prima persona la disabilità, come genitori.

La scuola rivendica anche la correttezza del proprio approccio comunicativo, criticando il mezzo del video diffuso online come “strumento improprio rispetto alla tutela della privacy e della dignità di tutti i soggetti coinvolti”. E riafferma il valore del confronto nei luoghi deputati, quelli istituzionali, dove – si legge – “ciascuna parte può esprimersi nel rispetto reciproco”.

Le parole dei docenti provano così a spostare il dibattito da un piano emotivo a uno educativo e tecnico. Ricordano che non sempre la non ammissione coincide con un fallimento e invitano a leggere anche questa scelta come parte di un percorso, magari faticoso, ma non per questo meno autentico. “Ogni studente ha diritto a un percorso che lo valorizzi per ciò che è – scrivono – evitando frustrazioni o traguardi irraggiungibili”.

Lo sfogo

Ecco il lungo sfogo della donna: “Ho pensato a lungo a come scrivere queste parole. So che il cuore di una madre si spezza quando vede suo figlio migliorare, lavorare, superare i propri limiti e ancora di più quando sembra che il mondo non riesca a vederlo davvero per ciò che è, per ciò che desidera essere, una persona che ha un senso in questa società, un ruolo, un impegno. La notizia della bocciatura di mio figlio, ragazzo autistico, è arrivata come un colpo duro, così telefonicamente, in maniera distaccata e fredda da parte del coordinatore di classe. Non solo per me, ma per chi ti ama, tuo padre, i tuoi fratelli”.

“Tale risultato suona strano soprattutto dopo un anno di intenso impegno. Particolarmente triste e delusa è la tua terapista del centro riabilitativo educativo, che ore ha passato su quelle miriadi di mappe ed obiettivi minimi, che poi tanto minimi per te non lo sono stati. Pochi conoscono la tua genialità così muta, la tua creatività cosi DIVERSA ma Autentica. Il tuo sguardo curioso, il tuo modo unico di essere utile nel mondo, la tua intelligenza che non sempre segue le strade che la scuola tradizionale riesce a percorrere. Ma tu conosci bene i tuoi limiti e sei sempre in continuo conflitto con loro. Sai quanto ogni piccolo passo, ogni parola conquistata, ogni gesto nuovo sia frutto di impegno, amore e fatica. E sai che nessun voto o esito potrà mai misurare davvero ciò che sei, ciò che vali, ciò che può diventare, ciò che tu vuoi Essere”.

“La scuola, purtroppo, è ancora lontana dal riuscire ad accogliere ogni diversità come una ricchezza. A volte giudica con occhi standardizzati ciò che invece richiederebbe uno sguardo più profondo, più umano. Un impegno maggiore, il superamento di alcuni canoni e pregiudizi, investimento costante, proiezione al miglioramento. Questa non è una sconfitta per te, ma lo è per la comunità educante, per la Scuola che non ha saputo cogliere il Progetto di Vita sottostante. Non sono per tuo figlio gli obiettivi minimi scolastici! Non potrà mai raggiungerli! Non ha i prerequisiti! Gli obiettivi sono minimi per tutti gli studenti e non possono essere abbassati solo per tuo figlio disabile! Non è capace di fare nemmeno un caffè”.

“L’ho accompagnato con forza, con coraggio, con una pazienza che solo una madre speciale può avere. Ti prometto che continuerai a crescere, ad imparare, a fiorire – a modo tuo, con i tuoi tempi, con la tua bellezza. Non lasciare che questo momento, spenga la luce che hai dentro, i tuoi progetti di diventare un grande Barman, di conseguire il diploma e di avere una modesta inclusione sociale. Non permettere a nessuno di farti sentire meno, diverso, incapace, non sei, non vali solo i tre e i quattro ricevuti quest’anno. Sei una persona unica e la tua strada sarà diversa, ma proprio per questo piena di significato. Care mamme non vi arrendete, cercate, provate, non accettate sempre una programmazione differenziata ma bisogna sognare per poter volare”.

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