Home Pensionamento e previdenza Ape, i requisiti per accedere e cosa deve fare chi dice sì

Ape, i requisiti per accedere e cosa deve fare chi dice sì

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Chi può aderire all’Ape, il pensionamento anticipato previsto dalla Legge di Stabilità, attraverso un prestito, finalizzato ad una flessibilità di uscita senza costi per lo Stato?

Il requisito-base è avere 20 anni di contributi ed almeno 63 anni di età, che corrispondono a 3 anni e sette mesi di distanza massima dalla pensione di vecchiaia.

Possono aderire all’Ape volontaria, indistintamente, dipendenti pubblici, privati e autonomi.

Per aderire all’Ape social, riservata alle maestre della scuola d’infanzia, servono 36 anni di contributi (di cui almeno sei anni nello svolgimento della professione usurante).

I dati sono stati confermati dal team economico di Palazzo Chigi, guidato dal sottosegretario Tommaso Nannicini.

Si chiede la certificazione della pensione futura all’Inps e si sottoscrive online la proposta e la quantità prescelta dell’Ape.

Una volta chiesta la certificazione della pensione futura all’Inps, il lavoratore avrà informazioni su banche e assicurazioni aderenti all’iniziativa e sottoscriverà on line la proposta e la quantità prescelta di Ape.

Se il pensionando dice sì alla proposta, dopo le opportune verifiche, il prestito viene erogato in rate mensili fino all’età di vecchiaia. A quel punto il lavoratore va in pensione e riceve la pensione al netto della rata di ammortamento inclusiva di restituzione capitale, interessi e assicurazione.

Non ci sono garanzie reali sul prestito. Il prestito viene restituito in 20 anni e nel caso di una rata del 4,7% media (per un prestito per un anno di anticipo pari all’85% della pensione netta certificata) varierà dal 5,4% per il primo anno di restituzione al 4,1% dell’assegno per l’ultimo anno. Le ipotesi finanziarie di base – si spiega – è di un Tan al 2,5% e un premio assicurativo al 29% del capitale. C’è una detrazione fiscale del 50% della quota degli interessi e del premio.

l prestito verrà erogato in questo modo: all’età di vecchiaia, quindi tra i 67 e i 68 anni, l’Inps erogherà la pensione al netto della rata di ammortamento inclusiva di restituzione del capitale, interessi e assicurazione.

Da Palazzo Chigi è stato poi confermato che se il pensionato viene a mancare prima di aver finito di restituire il prestito ventennale, l’assicurazione pagherà il debito residuo e l’eventuale reversibilità viene corrisposta senza decurtazioni.

E anche che dopo 20 anni dal pensionamento si completa la restituzione e la pensione torna al livello normale.

Il testo prevede anche la possibilità di cumulare i contributi versati in diverse gestioni.

Le platee potenziali saranno di 55.000 persone per l’Ape social (35.0000 nel 2017, 20.000 nel 2018) e di 50.000 per i lavoratori precoci (25.000 l’anno). Per i lavoratori usuranti la platea è di 6.000 persone ogni anno. I lavoratori salvaguardati rispetto alle regole della riforma Fornero che potranno uscire entro il 2020 sono 28.000.

Si prevede che i lavoratori dipendenti e autonomi con almeno 63 anni di età che potranno accedere all’Ape volontaria saranno 300.000 nel 2017 e 115.000 nel 2018.

Complessivamente, le misure della previdenza agevolata costeranno 24,3 miliardi in 10 anni. Senza il coinvolgimento delle banche, la flessibilità in uscita avrebbe un costo (impraticabile) pari a 7-10 miliardi di euro l’anno.

 

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