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Approvato dal Senato il decreto legge n. 147

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Nella seduta del 17 ottobre, il Senato ha convertito in legge il decreto legge n. 147 del 7 settembre 2007 recante “disposizioni urgenti per assicurare l’ordinato avvio dell’anno scolastico 2007-2008 ed in materia di concorsi per ricercatori universitari” (numero d’Atto n. 1829), senza modifiche rispetto al testo licenziato lo scorso 3 ottobre dalla camera dei Deputati.
La norma approvata al Senato ripristina il tempo pieno nella scuola primaria come modello didattico a 40 ore settimanali. La novità è stata approvata a condizione che esistano le strutture necessarie e che siano effettivamente funzionanti e che la programmazione didattica e l’articolazione delle discipline siano uniformate ai programmi vigenti. Il tempo pieno sarà offerto in base alle richieste delle famiglie e nel quadro degli organici complessivi definiti annualmente.
L’attivazione del numero dei posti per il tempo pieno a livello nazionale, inoltre, non deve apportare maggiori oneri a carico della finanza pubblica e quindi non può essere aumentato l’organico esistente. Per tale scopo saranno chiamate a sostegno anche le regioni ai fini di supportare il modello del tempo pieno, dell’integrazione sociale e culturale dei minori immigrati e degli alunni disabili, così come previsto in un piano triennale di intervento “sulla base delle risorse definite in sede di intesa con la Conferenza unificata nell’ambito delle esistenti disponibilità di bilancio”.
La nuova disposizione, inoltre, stringe la vite sulle sanzioni ai docenti che assumeranno atteggiamenti “non compatibili con la professione”. Sono state snellite le procedure nei loro confronti con la risoluzione dei procedimenti entro 120 giorni; è stata disciplinata la sospensione cautelare ed eliminato il parere del collegio dei docenti e la sospensione può essere disposta dal dirigente scolastico. Il dirigente applicherà questa procedura salvo successiva convalida del dirigente dell’Ufficio scolastico regionale entro 10 giorni.
La più importante tra le novità riguarda l’esame della di terza media. E’ stato ripristinato, infatti, il giudizio di ammissione o di non ammissione, da parte del consiglio di classe, all’esame di Stato degli alunni frequentanti il terzo anno della scuola secondaria di I grado con l’inserimento di un’ulteriore prova scritta, così come da inserimento del comma 4/ter all’art. 11 del decreto legislativo n. 59/2004. La prova è volta a verificare i livelli generali e specifici di apprendimento conseguiti dagli studenti.
Relativamente alle verifiche a decorrere dall’anno scolastico 200/2008 il Ministero della pubblica istruzione fissa gli obiettivi della valutazione esterna condotta dal Servizio nazionale di valutazione in relazione al sistema scolastico e ai livelli di apprendimento degli studenti per effettuare, così come al comma 5 dell’art. 1 del decreto-legge 147, “verifiche periodiche e sistematiche sulle conoscenze e abilità degli studenti, di norma, alla seconda e quinta classe della scuola primaria, alla prima e terza classe della scuola secondaria di I grado e alla seconda e quinta classe del secondo ciclo”.
Approvate anche le modifiche sull’Invalsi. E’ stato sfoltito il Comitato di indirizzo dell’Invalsi con la riduzione dei componenti che da 8 passano a 3. Ciò ad un emendamento dell’opposizione, presentato da Valentina Aprea, che modifica la lettera d) del comma 612 dell’art. 1 della precedente Finanziaria. Il primo periodo è sostituito dal seguente: “Il comitato di indirizzo è composto dal presidente e da due membri, nel rispetto del principio di pari opportunità, dei quali almeno uno proveniente dal mondo della scuola”, diversamente dal precedente periodo che prevedeva otto membri.
I fondi per i compensi ai commissari per gli esami di Stato sono stati aumentati, da 40.200.000 di euro sono passati a 45.000.000 annui e ulteriori 10.000.000 di euro sono destinati, dal Ministero della solidarietà sociale, per le classi primavera.
Sono stati sbloccati, infine, i finanziamenti per i concorsi per ricercatori, per le università e gli enti di ricerca.
Per il viceministro, Mariangela Bastico, “il provvedimento è utile e dà certezze e maggiori servizi”.
“Si tratta di innovazioni importanti – ha detto in un comunicato – per garantire agli operatori della scuola, agli studenti e alle famiglie punti di riferimento certi per un sereno anno scolastico.
Sottolineo l’importanza del tempo pieno, molto richiesto dalle famiglie e dalle associazioni dei genitori e molto utile per innovare la modalità di insegnamento e porre le basi per ridurre gli insuccessi e gli abbandoni scolastici”.
“Questo provvedimento – conclude Bastico – è volto a dare alcune certezze sui momenti valutativi degli studenti in riferimento al ruolo dell’Invalsi, agli esami di terza media e di maturità; è volto, inoltre, a dare certezze finanziarie alle scuole, sollevandolo dal pagamento di supplenze lunghe quali quelle per la maternità.”

Per visionare meglio il testo approvato senza modifiche  e le variazioni già apportate dalla VII Commissione della Camera e quelle apportate dall’Aula di Montecitorio rispetto al testo originario varato dal Consiglio dei Ministeri, consulta il box “Approfondimenti” (testo ripreso dalla Cisl-Scuola).