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Arrestate due maestre a Reggio Calabria per maltrattamenti ai bambini

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Ancora una volta a smascherare l’orribile episodio, impedendo così smentite e dinieghi,  le immagini che documentano i maltrattamenti fisici e psichici compiuti per mesi ai danni di alcuni bambini dell’asilo di Gallico di Reggio Calabria e per i quali la Guardia di finanza ha arrestato le due maestre che se ne sono rese responsabili.

Di oro non si conoscono le generalità, si sa solo, scrive Ansa, che hanno una 61 e l’altra 37 anni. Intanto entrambe sono state poste agli arresti domiciliari con l’accusa di maltrattamenti aggravati e continuati ai danni dei bambini che erano loro affidati. L’indagine che ha portato all’arresto delle due maestre é stata avviata dai finanzieri sulla base della denuncia presentata dalla madre di due bambine vittime dei maltrattamenti dopo che la donna aveva notato cambiamento d’umore e di comportamento da parte delle figlie.

 

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E così la Procura nella classe frequentata dai bambini, con discrezione e facendo in modo che le due maestre non sospettassero nulla, ha fatto installate alcune telecamere e dispositivi di registrazione ambientali.

C’é voluto poco, comunque, a capire quanto raccontato dalla madre che aveva presentato la denuncia era vero. I magistrati della Procura, così, hanno chiesto ed ottenuto dal gip in tempi rapidi, per evitare che i maltrattamenti ai danni dei bambini si protraessero per un tempo eccessivo, l’emissione delle ordinanze con cui é stata disposta la custodia cautelare, sia pure ai domiciliari, per le due maestre responsabili delle crudeltà commesse ai danni dei piccoli ospiti dell’asilo.

La vicenda, come è normale, ha suscitato un’ondata di sdegno generale a Reggio Calabria mentre il Garante per l’infanzia e l’adolescenza della Regione Calabria, ha detto: “Non è accettabile che davanti a fatti così gravi, queste persone godano di benefici come gli arresti domiciliari e di attenuanti in fase processuale. Dovrebbero, invece, saggiare la galera e scontare il prezzo dovuto alla società e alla giustizia senza perdonismi di sorta”.