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Arriva il decreto Giannini che riordina le Scuole di specializzazione di Medicina

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Come preannunciato da mesi, il ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Stefania Giannini ha firmato, il 27 gennaio, il decreto di riordino delle Scuole di specializzazione di Medicina. Diverse le novità introdotte, ad iniziare dalla durata delle Scuole, ridotta mediamente di un anno. 

Inoltre, non esisteranno più percorsi di studio di 6 anni: potranno essere di 3, 4 o 5 anni al massimo. Per diventare chirurghi generali o neurochirurghi, ad esempio, serviranno 5 anni di formazione e non più 6. Scuole come Geriatria, Dermatologia, Oftalmologia, dureranno 4 anziché 5 anni. La riduzione del percorso di studio riguarda oltre 30 Scuole su 55. 

Tre le novità apportate, c’è anche l’accorpamento di cinque Scuole precedentemente esistenti, mentre due (Medicina aeronautica e spaziale e Odontoiatria clinica generale) vengono soppresse: le Scuole di specializzazione passano, quindi, dalle attuali 61 a 55.

Dopo la firma del ministro Giannini, ora il decreto passa alla firma del ministro della Salute Beatrice Lorenzin.  

“Si tratta di un provvedimento atteso – sottolinea il Ministro Giannini – che consentirà ai nostri giovani medici di specializzarsi in anticipo e di entrare prima nella professione. Le novità introdotte avranno l’effetto, fra l’altro, di incrementare le borse messe a disposizione dal Ministero, che per quest’anno saranno circa 700 in più. Ora il Miur è al lavoro sul secondo bando di concorso nazionale per l’ingresso nelle Scuole. Alle università chiedo – conclude il Ministro – di rivedere a tempo di record gli ordinamenti”.

 

 

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Il decreto mette, infatti, mano agli ordinamenti didattici delle Scuole di specializzazione, con i relativi obiettivi formativi, e rivede la distribuzione dei crediti fra le attività previste. Almeno il 70% della formazione dovrà essere dedicato allo svolgimento di attività professionalizzanti (pratiche e di tirocinio).

 Gli specializzandi potranno fare il loro percorso all’interno di una rete formativa più ampia che potrà includere, oltre alle strutture universitarie, i presidi ospedalieri e le strutture territoriali del Servizio sanitario, attraverso un meccanismo rigoroso di accreditamento secondo specifici parametri valutativi. Sempre gli specializzandi, assumeranno una progressiva responsabilità durante il periodo di formazione, soprattutto nell’ultimo anno di corso. Il provvedimento rafforza – conclude il ministero di viale Trastevere – l’integrazione fra il sistema sanitario e quello universitario. 

 

 

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