Home I lettori ci scrivono Ata, non è rimasto neanche il caffé

Ata, non è rimasto neanche il caffé

CONDIVIDI

Non entro in merito alla deportazione o alla Shoah degli insegnanti, da sindacalista, ero e sono contrario alla riforma di Matteo, mi corre, però, l’obbligo di sottolineare che nell’estate 2015, a fronte del blocco delle assunzioni del personale Ata, tutti i “CERVELLI” sindacali, Anief inclusa, annunciarono l’inizio delle crociate e/o addirittura la ricerca del Santo Graal.

Oggi più che mai è mia ferma convinzione che mai si è fatta una politica ATA, e, che, oggi più che mai il sindacato, Anief incluso ha bisogno di rinnovarsi datosi che la credibilità è pari a zero.
La mia soluzione, è semplice, io non conosco i toni grigi, pertanto, che, ogni figura professionale Ata presenti disdetta alla sua O.S e/o associazione, datosi, che, per quanto concerne, le loro assunzioni tutto tace. In quella torrida estate tutti scesero sul sentiero di guerra, l’ascia di guerra, in special modo la disotterò l’Anief, alle preadesioni, con relativi pagamenti di prebende.

L’estate scemò, e tutti i cervelli sindacali pensarono solo alla fase A, fase B, girone d’andata e di ritorno e Champions League dei docenti. Sono commosso, finito il pranzo agli ATA non è rimasto neanche il caffé. In autunno al cadere delle foglie il ricorso e/o conquista di Geusalemme da parte dell’Anief cadde rovinosamente, la motivazione fu l’improponibilità, ma, fu subito proposta una nuova scesa in campo, ovvio, con motivazioni giuridico legali differenti.

Ad oggi di questa nuova battaglia targata novembre 2015 nulla è dato sapere, l’unico dato certo è che in quella torrida estate qualcuno supponeva di appellarsi alla procedura d’infrazione della Commissione Europea, 2010/2124, relativa all’abuso di contratti di lavoro a tempo determinato, peccato, che, chi scrive aveva già interloquito con Muriel Guin, Capo unita, di detta Commissione, DG Occupazione, affari sociali e inclusione Legislazione sociale e del lavoro, dialogo sociale Diritto del lavoro, Bruxelles, il quale lo informava della sua impercorribilità