
Una bambina di soli nove anni è riuscita a salvare la vita alla sua nonna grazie ad un corso svolto a scuola. La notizia, data da Il Corriere della Sera, scalda il cuore: la piccola, di Arezzo, è riuscita a mantenere il sangue freddo e agire sotto pressione rapidamente nonostante la giovane età.
La nonna ora sta bene
La nonna ha avuto un’emorragia interna importante, mentre era sola in casa con lei. “Non è facile alla sua età non farsi prendere dal panico in una situazione come quella, probabilmente nemmeno io avrei saputo come comportarmi. Ma quel che è importante è valorizzare quanto questi bambini hanno imparato a scuola e riescono a mettere in pratica”, ha detto la madre della bimba.
La piccola ha subito chiamato il numero unico dell’emergenza, il 112. Dalla centrale hanno inviato un mezzo di soccorso, ma nel frattempo l’operatore dell’emergenza ha guidato la piccola nelle prime cure d’urgenza: “Falla stendere, mettile un panno bagnato sul naso, prendi il ghiaccio dal frigorifero e premilo sulla bocca”. Consigli semplici, che lei ha seguito senza tremare, mentre guardava dalla finestra per capire se l’ambulanza fosse già sotto.
“Mia madre aveva perso molto sangue, non so cosa sarebbe accaduto se la bimba non avesse tamponato l’emorragia. L’hanno portata in ospedale ma adesso è tutto risolto e lei è già tornata a casa”, ha aggiunto la madre. La bambina ha applicato quanto imparato in un corso fatto a scuola, in cui la prima cosa che viene insegnata ai bambini è come chiamare i soccorsi in caso di emergenza, componendo quel 112 (evidenziato in classe da grandi cartelli) che in gran parte della Toscana è ormai il numero unico dell’emergenza.
Secondo caso in un mese, stesso corso
Si tratta dello stesso corso svolto da un altro bambino, di dieci anni, che, sempre in Toscana, circa un mese fa, ha salvato la propria nonna da una crisi epilettica.
Prima l’ha adagiata nella corretta posizione per superare il malore, che avrebbe potuto rivelarsi molto grave, poi ha alzato il telefono e ha chiamato i soccorsi. “Ho imparato tutto a scuola – ha spiegato poi – nelle lezioni di pronto soccorso che abbiamo fatto in classe”.
l bimbo ha mantenuto assoluto sangue freddo e ha aiutato la nonna ad adagiarsi su un fianco, in modo da scongiurare il pericolo della crisi respiratoria, poi ha afferrato il telefono e ha chiamato non il 118 ma il 112 che da qualche mese ad Arezzo è diventato il numero dell’emergenza unica, altro particolare che spesso non conoscono neppure le persone di un’età maggiore della sua.
Spontanea la domanda dei soccorritori professionali al ragazzino soccorritore estemporaneo: “Ma come hai fatto?”. E lui, con l’ingenuità dei suoi dieci anni, ha spiegato che i rudimenti del soccorso li aveva studiati in classe, alle elementari, nel corso del “Progetto Asso” (acronimo di A scuola di soccorso) che la stessa Misericordia porta avanti in molti istituti di istruzione aretini. “Una soddisfazione impagabile”, commentano dalla Misericordia aretina.
E i docenti?
E i docenti sono preparati in questi casi? Molto spesso sì: ad esempio, a Lucca una professoressa di scienze motorie ha eseguito la tecnica salvavita di primo soccorso su una ragazza di 15 anni, disostruendole le vie aeree da una grossa caramella ingerita in modo maldestro.
Come riporta La Repubblica, il gesto della prof è stato determinante. “Prof mi ha salvato la vita”, sono state queste le prime parole pronunciate dalla studentessa soccorsa dall’insegnante. “Ho fatto poco – dice la docente – ma quel poco può bastare a salvare una vita”.