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“Binario uno 2025 – In viaggio contro ogni forma di violenza” con un ‘ospite’ d’eccezione: la macchina da scrivere di Giancarlo Siani

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Giornata della legalità oggi a Palermo e folla di studenti in onore e memoria del giudice Giovanni Falcone, di Francesca Morvillo e degli uomini della scorta – Rocco Di Cillo, Vito Schifani e Antonio Montinaro – assassinati dalla mafia nel 1992.

E di legalità si è parlato in questi giorni anche in Emilia Romagna, in onore e memoria di un’altra vittima della criminalità organizzata, il giovane giornalista Giancarlo Siani, ucciso a soli 26 anni dalla Camorra a causa della sua attività professionale e della sua dirittura morale. L’altro ieri la macchina da scrivere di Giancarlo Siani ‘si è recata’ a Bologna per raccontare la storia del suo proprietario agli studenti e alle studentesse di quattro scuole superiori.  Ha viaggiato – come racconta Laprovinciaonline – sul treno Frecciarossa 9552 non come bagaglio, ma come giornalista. Era, infatti, munita di biglietto in convenzione  “giornalista” ed è stata adagiata in un posto riservato a nome Giancarlo Siani.

A Parma, la macchina da scrivere – un raro modello Olivetti praticamente oggi introvabile – ‘ha assistito’ alla performance delle ragazze e dei ragazzi degli istituti Elsa Morante di Sassuolo, Jacopo Barozzi di Modena, Galvani-Iodi di Reggio Emilia e Creative Academy of Theater – CAT di Bologna. In quell’occasione, al Teatro delle Briciole, gli studenti hanno letto l’articolo del 10 giugno 1985 con il quale, sul quotidiano Il Mattino di Napoli, Giancarlo Siani raccontò dell’arresto di un boss della Camorra. Sembra che proprio con questo articolo il giornalista napoletano abbia firmato la sua condanna a morte.

L’evento di Parma fa parte integrante del progetto “Binario uno 2025 – In viaggio contro ogni forma di violenza”, promosso da Ugl Ferrovieri e la casa editrice Caracò, in collaborazione con la Fondazione Giancarlo Siani e la Fondazione Solaris delle arti e con il supporto di Cepim Parma e Interporto Bologna.

Attraverso il linguaggio del teatro e dell’orazione civile – sottolinea l’emittente televisiva locale TRC Bologna –  i giovani sono stati coinvolti in un percorso di conoscenza e approfondimento. Un lavoro il cui tema è stato la lotta alle mafie, attraverso storie di uomini e donne troppo spesso trascurate. Storie come quelle raccontate, e naturalmente come quella di Giancarlo Siani, possono così diventare uno strumento indispensabile nelle mani delle giovani generazioni per combattere ogni forma di violenza, mafiosa e di genere.

Il treno simbolicamente parte dal binario 1 – dice il presidente di Interporto Bologna intervistato da TRC Bologna – il binario centrale di tutta la viabilità ferroviaria del nodo di Bologna. Se si ferma il binario 1 si ferma tutto. Così come, se si ferma la legalità si ferma il senso stesso delle istituzioni del Paese. Ed è molto bello che tanti giovani siano stati coinvolti in un progetto così ambizioso e soprattutto così profondo.

Un progetto volto a infondere e fortificare i valori della legalità, del rispetto reciproco, dell’attenzione e della considerazione per gli altri e dell’inclusività, rendendo i giovani consapevoli del fatto che anche le più piccole azioni quotidiane possono migliorare le relazioni interpersonali e sociali. Un seme che si spera possa germogliare, dando concretezza al desiderio di un cambiamento autentico.