
Una vicenda complessa: uno studente, bocciato dopo la morte del padre, ha fatto ricorso al Tar contro la scuola e lo ha vinto. Tutto è avvenuto in un istituto superiore del trevigiano. L’alunno è stato bocciato al terzo anno. Lo riporta Il Corriere delle Alpi.
Debito formativo in tre materie, il ragazzo ha preso la sufficienza in due
Il ragazzo, in un periodo difficile dovuto alla brutta situazione familiare, ha accumulato brutti voti e assenze. A fine anno l’adolescente aveva un debito formativo in tre materie, tra cui Matematica e Chimica e il Consiglio di classe ha deciso all’unanimità la sospensione del giudizio fissando per i primi di luglio le prove di recupero.
Il ragazzo ha ottenuto addirittura 8 in Matematica, la sufficienza in Chimica, ma ha mantenuto un voto fortemente negativo nella terza materia. Il Consiglio di Classe ha così deciso di bocciare il ragazzo. I giudici, con ordinanza, hanno accolto la domanda cautelare “alla luce delle eccezionali circostanze del caso concreto legate alla prematura scomparsa del padre dell’alunno, consente di valorizzare il fatto che lo studente, nell’esiguo tempo a disposizione (le prove di recupero sono state calendarizzate per i primi giorni di luglio 2025), ha dato prova di significativi progressi; invero, l’allievo ha conseguito un miglioramento significativo in matematica, raggiungendo la valutazione di 8+, ed ha ottenuto la piena sufficienza in chimica organica e biochimica”.
Alla luce di tale pronunciamento, il Consiglio di Classe si è riunito qualche giorno dopo, il 7 ottobre. Ma la decisione è rimasta la stessa. Il ragazzo si è così rivolto nuovamente al Tribunale.
Il problema delle assenze
Per gli insegnanti il ragazzo ha fatto troppe assenze? Il Tar replica che hanno omesso di considerare come “l’incremento delle assenze nel secondo periodo dell’anno sia direttamente riconducibile al grave lutto familiare subìto dallo studente”.
Da qui la decisione di accogliere il ricorso e di annullare la decisione, indicando inoltre alla scuola la necessità di
mettere a disposizione dello studente i laboratori e di concedergli un tempo congruo, non inferiore al mese, per
esercitarsi.




