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Bullismo e alunni demotivati, serve lo psicologo scolastico: Fratelli d’Italia ci prova alla Camera

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Ciclicamente si torna a parlare di psicologo da introdurre nelle scuole pubbliche. Stavolta, la proposta giunge dell’on. Maria Teresa Bellucci, deputata e capogruppo di Fratelli d’Italia in Commissione Affari Sociali e in Commissione Bicamerale Infanzia e Adolescenza.

I disagi sociali dentro le scuole

“La Scuola è l’istituzione deputata alla fondamentale funzione di accompagnamento della crescita umana e non può essere lasciata sola a occuparsi dei bisogni educativi, sempre più complessi, di bambini e adolescenti”.

“In ragione di ciò – ha detto Fratelli d’Italia ha voluto presentare una proposta di legge che introduce in modo stabile, nelle scuole di ogni ordine e grado, lo psicologo scolastico, come strumento di promozione del benessere e di prevenzione della devianza e della dispersione scolastica. I continui fatti di cronaca, purtroppo, mostrano come sempre più frequentemente siano presenti situazioni di disagio sociale all’interno degli istituti scolastici, nei quali si verificano episodi di violenza a danno degli studenti ma anche degli stessi docenti”.

L’Ordine degli Psicologi è d’accordo

Di recente, di psicologo all’interno di ogni istituto scolastico ha parlato anche Fulvio Giardina, presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi, durante la presentazione a Roma del documento “La salute mentale degli adolescenti“.

Il presidente dell’Ordine: il minore deve accedere senza il consenso dei genitori

Lo psicologo ha parlato di un 18-20% di alunni in difficoltà relazionali tra le mura di casa.

“Sono in aumento le richieste di consulenza su questi aspetti – ha detto Giardina – e stiamo studiando una modifica del codice deontologico che attualmente prevede che l’adolescente essendo minorenne abbia il consenso di entrambi i genitori: noi riteniamo che il ragazzo dai 16 anni in poi possa accedere individualmente almeno a un primo colloquio con uno psicologo”.

Solo psicologi iscritti all’albo degli psicoterapeuti

Il servizio offerto all’interno delle scuole deve necessariamente essere di qualità. Un compito che, per ovvi motivi, non può essere assolto dagli insegnanti. Ma nemmeno da psicologi non specializzati: la legge vigente, rimarcata in più occasione dagli stessi ordini professionali della categoria, prevede che chi si assuma questo delicatissimo ruolo di consulenza negli istituti scolastici, debba necessariamente essere iscritto nell’annotazione come psicoterapeuta, aggiuntiva all’iscrizione all’albo degli psicologi, con ampia esperienza, accumulata attraverso un tirocinio svolto in strutture pubbliche o private convenzionate con l’Università.

Inoltre, tale figura dovrà operare in un ufficio, previo appuntamento. Quindi, non entrerà in classe: ricordiamo, a tal proposito, di recente la Cassazione si è espressa sostenendo che gli psicologi possono stare in classe solo se i genitori degli alunni sono stati informati della loro presenza e abbiano dato il consenso a che i comportamenti dei figli siano sotto osservazione clinica: la sentenza ha riguardato il caso di una classe primaria di Arezzo, dove lo psicologo aveva operato in classe senza l’autorizzazione dei genitori degli alunni commettono il reato di violenza privata.