Home I lettori ci scrivono Bussetti, i lapsus freudiani, le sinapsi e gli stereotipi

Bussetti, i lapsus freudiani, le sinapsi e gli stereotipi

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Egregio ministro Bussetti. Ah, signor ministro quel lapsus freudiano. Con il suo evidente livore contro i meridionali, ha vanificato tutto ciò che di discreto aveva fatto finora(ritorno al concorso a cattedra e quindi abilitazione, tfa sostegno, rientro al sud per molti docenti in assegnazione provvisoria, eliminazione ambiti, recupero fase comunale mobilità, concorso straordinario per docenti abilitati, ridimensionata la 107 con l’abolizione della chiamata diretta… ).

Sguardo e disprezzo con cui si è espresso, sono stati eloquenti. E si , la paralinguistica più di ogni parola, altro che decontestualizzazione. Al sud si fatica.

Consideri le distanze geografiche e la mancanza di adeguati collegamenti, (noi non abbiamo i treni che avete voi… abbiamo carrette…). Noi ci mettiamo la passione, l’impegno, l’amore nel nostro lavoro. Nonostante la carenza di risorse e strutture a volte essenziali. Noi giornate intere fuori casa, la statale 106, la Salerno-RC. I sacrifici ci temprano e andiamo avanti per un misero stipendio… da fame.

Noi, spesso, in trincea contro certi DS, frustrati, autoritari e incompetenti che si credono Deus. Le gratificazioni sono i successi dei nostri ragazzi, anche i più piccoli successi.

Noi andiamo a scuola con la febbre; non possiamo ammalarci perché il suo allora amico Brunetta ha tassato la malattia, riducendo lo stipendio e non possiamo perdere ulteriori risorse delle già misere.

Allora, invece di procedere per pregiudizi e stereotipi o alzare muri, faccia in modo di essere più consapevole di dinamiche e problematiche e sii più presente come istituzione. Tanto altro è già stato detto, non vado oltre. Un solo consiglio.

Prima di aprire la bocca per fare accuse piene d’odio, colleghi le sinapsi e ringrazi gli “stupidi” del sud che hanno votato Lega, nonostante anni di insulti e scredito nei nostri confronti.

Se non fosse stato cosi, starebbe ancora a riempire ampolline sulle rive del Po.

 

Antonella Macheda