Home Sicurezza ed edilizia scolastica Cadono i soffitti ma a scuola ci si gingilla con gli “aprifila”...

Cadono i soffitti ma a scuola ci si gingilla con gli “aprifila” e i “chiudifila”

CONDIVIDI

Con il rischio di andare controcorrente vorremmo fare una modesta osservazione sul tema delle norme sulla sicurezza negli edifici scolastici.
Quasi ogni giorno, ormai, ci tocca leggere notizie di incidenti più o meni gravi all’interno delle scuole: qualche volta si stacca un pezzo di intonaco, altre volte cade una finestra, di tanto in tanto le crepe nei muri mettono in allarme gli uffici tecnici e in qualche occasione un alunno o un docente subisce conseguenze più o meno serie.
Senza contare l’elenco, sempre più lungo, di scuole che vengono chiuse per motivi di sicurezza.
A fronte di questo continuo stillicidio Ministero ed Enti Locali dovrebbero intervenire seriamente per garantire maggiore sicurezza agli studenti e al personale.
Qualcosa si fa (ma gli sforzi dovrebbero essere almeno decuplicati), e invece nelle scuole ci si continua a gingillare sui corsi di formazione per il personale che sono certamente utili ma del tutto inadeguati ad affrontare la situazione.
Ma che senso ha perdere tempo a studiare nei dettagli tutta la normativa sulla prevenzione incendi (un  incendio serio è evento non rarissimo ma pressoché unico, mentre è dimostrato dai fatti che le finestre cadono quasi ogni giorno) ?
Vogliamo dirla tutta: secondo le regole che vengono quasi sempre fornite ai docenti (da esperti esterni decorosamente retribuiti) in ogni classe ci dovrebbe essere l’aprifila, il chiudifila e l’elenco degli alunni presenti dovrebbe stare in bella vista sulla cattedra; in caso di emergenza il docente deve provvedere a far uscire tutti dall’aula portando con sé l’elenco in modo da fare il controllo una volta arrivati nel “punto di raccolta”.  Ottima cosa, peccato che con l’uso del registro elettronico, l’elenco degli alunni non esista più !
Ma davvero si pensa che la sicurezza nelle scuole passi attraverso i “preposti” o altre figure del genere? 
Domanda conclusiva: anziché spendere decine di milioni di euro ogni anno per improbabili corsi di formazione non si potrebbe utilizzare la stessa cifra per sistemare un po’ di finestre pericolanti e comprare qualche flacone di candeggina in più per garantire una migliore igiene degli ambienti?