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Calendario scolastico in Piemonte: è polemica

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E’ già polemica in Piemonte per il calendario scolastico per il 2006/2007 che limiterebbe di fatto l’autonomia delle istituzioni scolastiche.
Il testo ufficiale della delibera adottata dalla Giunta Regionale lo scorso 10 aprile non è ancora stato reso noto ma dalle prime anticipazioni c’è da credere che non tutti saranno d’accordo con le decisioni assunte a Torino.
Il calendario ufficiale prevede l’apertura dell’anno scolastico per l’11 settembre e la chiusura per il 9 giugno (30 giugno per le scuole dell’infanzia); vacanze natalizie dal 23 dicembre al 6 gennaio e feste di Pasqua dal 5 al 14 aprile; altri due giorni di vacanza sono previsti per il 9 dicembre e il 30 aprile.
In questo modo tutte le scuole della Regione faranno 205 giorni di lezione; unica eccezione: nei Comuni in cui la festa del Santo Patrono ricade in un giorno scolastico, si potranno sospendere le lezioni per un’ ulteriore giornata.
In realtà fin qui non ci sono variazioni significative rispetto allo scorso anno, ma la delibera dice qualcosa di più, e per questo forse non piacerà a molte scuole (soprattutto quelle superiori) che negli ultimi anni erano abituate ad anticipare l’inizio delle lezioni per concedere a studenti e professori una settimana intera di vacanza in occasione del Carnevale o in altro periodo propizio.
Infatti la Regione ha stabilito che si può sì iniziare il 4 o il 5 settembre o quando si vuole, ma in quel caso l’anno scolastico avrà una durata maggiore: l’avvio precoce a settembre, insomma, non potrà essere in nessun modo “recuperato” durante l’anno.
Inoltre anche le modifiche al calendario regionale dovranno essere limitate: le scuole potranno al massimo rinunciare a 3-4 giorni delle vacanze pasquali per sospendere le lezioni in concomitanza con particolari eventi di carattere locale (Carnevale compreso).“Abbiamo preso questa decisione – spiegano dal Palazzo regionale – per tentare di venire incontro alle richieste di molti Comuni e delle stesse famiglie, soprattutto di quelle che hanno figli in scuole diverse e per le quali i calendari diversificati provocavano molti disagi”.

“Ci spiace di non essere stati interpellati ufficialmente dalla Regione – dichiara Alberto Artioli, segretario regionale di Cgil-Flc – decisioni come queste dovrebbere prevedere un maggior coinvolgimento delle parti sociali e delle autonomie scolastiche”.

“Il coinvolgimento c’è stato – ribattono dalla Regione – la delibera ha accolto una proposta formulata da un gruppo di lavoro di cui facevano parte assessori e dirigenti scolastici”.