Home Politica scolastica Caro Reggi, ti chiedo da elettrotecnico a elettrotecnico

Caro Reggi, ti chiedo da elettrotecnico a elettrotecnico

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In questi giorni sta montando la protesta sull’annuncio di cambiamento dell’orario settimanale degli insegnanti, si parla di 18 ore di lezione in classe, si parla di supplenze, che diventeranno “interne” e saranno richieste ai docenti già in cattedra nell’istituto, si parla di una rivoluzione nell’orario d’istituto delle singole scuole, che resteranno aperte dalle 7 alle 22, fino alla fine di luglio e di tante altre novità organizzative che cambieranno radicalmente il vivere scolastico del docente.
Ma da ingegnere elettrotecnico a ingegnere elettrotecnico volevo porre al Sottosegretario di Stato Roberto Reggi due quesiti che mi stanno particolarmente a cuore per il bene della scuola pubblica.

Il primo riguarda la sicurezza delle strutture edili e degli impianti tecnologici delle nostre scuole, che devono necessariamente rispondere alle normative vigenti, soprattutto nel caso in cui gli istituti scolastici diventino per il territorio punto di riferimento sociale sia di mattina che di pomeriggio.

Il secondo quesito riguarda la qualità dei contenuti disciplinari che si trasmettono alle nuove generazioni di studenti, ed in particolare ai giovani periti industriali. A tal proposito volevo evidenziare che per effetto dei tagli di gelminiana memoria, dal prossimo anno scolastico sparirà, al pari di tante altre discipline, la materia di Impianti elettrici, un corso triennale in cui si spiegava agli studenti aspiranti periti elettrotecnici la produzione, la trasmissione e la distribuzione dell’energia elettrica. La sparizione di questa materia farà molto male alla elettrotecnica, ma anche in chi crede nell’efficace trasmissione del sapere tecnologico, provocando maggiore sofferenza didattica rispetto ad ogni ipotesi di cambiamento d’orario settimanale. In altre parole non è il numero di ore lavorative settimanali a fare la differenza nelle buone pratiche del sapere trasmesso, ma la qualità dei contenuti disciplinari che si insegnano, per far si che in futuro non ci siano periti elettrotecnici che non sappiano cosa sia una centrale termoelettrica o cuochi incapaci a fare due uova al tegamino.