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Chi si iscrive sui social sotto i 14 anni ha voti bassi a scuola: lo studio Milano-Bicocca

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Iscriversi ai social prima dei 14 anni può compromettere il rendimento scolastico. Uno studio condotto dalle Università di Milano-Bicocca e Brescia con l’associazione Sloworking e il Centro Studi Socialis ha analizzato il fenomeno, rivelando che chi crea un account prima dell’età minima stabilita dalla legge italiana ottiene risultati peggiori nei test Invalsi.

Lo Studio Eyes Up

La ricerca ha coinvolto 6.000 studenti di oltre 300 classi lombarde, confrontando i dati di accesso ai social con i punteggi nelle prove nazionali. Gli studenti “precoci” mostrano maggiori difficoltà in matematica e italiano, mentre le competenze in inglese non sembrano essere influenzate. La tendenza è più marcata tra i ragazzi rispetto alle ragazze, con una maggiore deviazione negativa nei voti.

Secondo quanto riportato dal Corriere, i giovani provenienti da contesti socio-economici svantaggiati sono i più colpiti. Chi ha genitori non laureati o di origine straniera presenta difficoltà più evidenti, soprattutto nelle competenze linguistiche. Il 35% dei figli di genitori senza diploma inizia a usare i social già alle elementari, contro il 21,8% dei figli di laureati. Inoltre, nelle famiglie meno abbienti il controllo sull’uso della tecnologia è minore: il parental control è usato solo dal 43% di chi non ha genitori diplomati, rispetto al 54% delle famiglie con almeno un laureato.

Il professore Marco Gui, tra gli autori dello studio, evidenzia come il superamento del digital divide abbia portato a una nuova forma di disuguaglianza: il “divario di iperconnessione”. Se prima il problema era l’accesso limitato alla rete, ora la sfida è l’assenza di guida nella navigazione autonoma. Questo colpisce soprattutto le fasce già svantaggiate, esponendo i giovani a rischi educativi legati a un uso precoce e non supervisionato dei social media.