
Educazione affettiva nelle scuole: se ne parla da tempo, con tanti personaggi a favore ma anche tanti detrattori. L‘imprenditrice Chiara Ferragni, in un incontro di oggi, 22 maggio, contro la violenza sulle donne, lo stalking e l’omotransfobia, organizzato dal Codacons, ha detto la sua.
Ecco le sue parole, riportate da LaPresse: “Sono mamma di un maschietto e di una femminuccia e credo sia molto importante, come genitore, e tramite i social, far vedere che bisogna istruire la nuova generazione in modo diverso. Proteggere, naturalmente, le donne, ma istruirle anche su quello che devono notare nelle relazioni e sui motivi per cui non si devono accontentare. E allo stesso tempo anche gli uomini vanno istruiti, da quando sono molto piccoli. È una questione di cultura, di famiglia certo, ma anche di una cultura patriarcale in cui noi siamo immersi”.
“Dinamiche che si possono cambiare solo se vengono istruiti i più piccoli”
“Ci sono tante dinamiche che possono cambiare soltanto se questa istruzione viene fatta da quando sono molto piccoli. Per questo è importante fare educazione sessuale nelle scuole, ma sarebbe importantissima anche l’educazione emotiva nelle scuole. Che si spieghi non soltanto il sesso, ma veramente l’emotività delle persone, perché tutti proviamo delle cose. Istruirli in questo modo credo sia importantissimo”.
“Io ho lavorato tanto e cerco di fare molta sensibilizzazione. Ho più di 28 milioni di follower e molti sono giovanissimi. È importante parlarne in maniera interessante, non dall’alto di una cattedra. I social non devono essere demonizzati. Ci sono tanti tipi di violenza: c’è quella fisica, ma è solo la punta dell’iceberg, il problema è più radicato”, ha aggiunto, come riporta Today.
Educazione sessuale a scuola, Paola Cortellesi: “Non possiamo fare più finta di niente”
Molti personaggi famosi hanno invocato l’introduzione dell’educazione sessuale a scuola: una di loro è Paola Cortellesi, attrice e regista.
“Il fatto è che non possiamo più fare finta di niente. Il motivo per cui ho fatto questo film è parlare di questo argomento, dire chiaramente: ‘Abbiamo un problema’. Non sono una pedagogista, ma mi confronto con i pedagogisti, la prevenzione è la cosa più importante. Siamo uno dei pochi Paesi che non ha l’educazione all’affettività nelle scuole”.
“Sì, a seconda dei vari ordini si potrebbe parlare di educazione sentimentale, educazione al rispetto e poi educazione sessuale là dove i ragazzi sono più grandi e pronti ad affrontare l’argomento”, questa la sua proposta.
“Se non si fa educazione non si fa esperienza, non se ne parla insieme, non si cresce insieme. E credo che il problema resti, quindi spero che attraverso questo si riesca finalmente a fare prevenzione”, ha concluso.