
In molti hanno detto la propria in merito alla circolare sui compiti a casa emanata lo scorso lunedì 28 aprile direttamente dal ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara. A commentare anche il docente e scrittore Emiliano Sbaraglia, a Il Corriere della Sera.
“Non è un caso che questa circolare arrivi subito dopo le festività pasquali e il 25 Aprile. Già, perché al rientro in classe, alla richiesta di un racconto di questi giorni festivi, non c’è stato alunno che non abbia evidenziato come il suo tempo libero sia stato letteralmente risucchiato dai compiti da svolgere nelle varie materie, con la Pasquetta passata a fare calcoli o studiare storia, e la domenica prima del rientro sacrificata al ripasso dei vari argomenti”, ha esordito, parlando della sua esperienza.
“La circolare emessa, che richiama comunque all’autonomia scolastica, avrebbe potuto contenere nel merito osservazioni ancor più specifiche, per evitare il possibile utilizzo dei compiti come metodo punitivo (a volte accade), allo stesso tempo dando agli allievi l’opportunità di trascorrere maggior tempo libero con la propria famiglia, nel nome di quel patto educativo che spesso invochiamo a parole, senza far seguire i fatti”, ha aggiunto.
Tendenza a caricare di verifiche e compiti: quanto è comune?
“C’è poi un altro aspetto: questa tendenza a caricare di verifiche e compiti gli alunni da qualche tempo si nota non soltanto nella secondaria di primo e secondo grado, ma anche nella scuola primaria. Ma la scuola non è soltanto competenze, non è soltanto preparazione alle prove Invalsi (introdotte anche in seconda e quinta elementare), non è soltanto merito, inteso come rincorsa al voto più alto. La scuola, soprattutto nei suoi primi anni, è soprattutto formazione di un individuo, è condividere spazi e luoghi insieme ai propri compagni, socializzare con gli altri imparando ad ascoltare e a parlare nella maniera dovuta, rispetto al contesto e gli argomenti espressi. Anche su questo, sul valore del vivere e dello stare insieme, oltre i giudizi e i pregiudizi, aspettiamo dal ministro un’altra bella circolare”, ha concluso, con sarcasmo.
L’importanza della programmazione e del coordinamento tra docenti
Nella circolare il Ministro richiama il DPR n. 275/1999, che “ha attribuito ai docenti ampi spazi decisionali in merito alla definizione della didattica e dell’attività di valutazione, compresa l’effettuazione di prove di verifica da parte degli alunni o dell’eventuale assegnazione di compiti da svolgere a casa“.
Fatta questa premessa normativa, tuttavia, il Ministro, pur “apprezzando l’impegno quotidianamente profuso per una sempre più proficua collaborazione tra scuola e famiglie“, chiede appunto un’attenta pianificazione di verifiche e compiti.
Il coordinamento tra docenti infatti, secondo Valditara, “evita il rischio di concentrare le attività di verifica in classe e quelle personali di studio pomeridiano in un’unica giornata. In questo modo, si può garantire una più equilibrata distribuzione delle verifiche durante la settimana, evitando che i carichi di lavoro per gli studenti siano troppo condensati e gravosi, nonché assicurare una migliore organizzazione del tempo da dedicare allo svolgimento dei compiti pomeridiani, soprattutto in concomitanza con giornate festive“.
La scuola – sottolinea il Ministro nella circolare – “è il contesto educativo che deve creare le condizioni di serenità e fiducia per lo sviluppo armonico della personalità di tutti gli studenti“.
Assegnare i compiti sul registro e sul diario
Infine, la circolare conclude con un riferimento al registro elettronico: “una corretta notazione dei compiti, oltre che sul registro elettronico anche sul diario personale/agenda degli studenti, soprattutto nel primo ciclo di istruzione ma non solo, potrà consentire una crescente autonomia da parte degli alunni nella gestione dei propri impegni scolastici, come già rappresentato nella nota prot. 5274 dell’11 luglio 2024, rendendo la consegna delle attività da svolgere a casa parte integrante della lezione stessa“.