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CislScuola: “Obbligo a 16 anni ? Risposta pigra al problema degli abbandoni”

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Cisl e CislScuola colgono l’occasione del convegno nazionale “La scuola per il Paese, il Paese per la scuola” in corso di svolgimento a Roma in queste ore per sferrare un attacco in piena regola al programma dell’Unione e per mandare un messaggio chiaro e inequivocabile agli “amici” della Cgil.
Oggetto del contendere è proprio la questione dell’obbligo scolastico su cui forze politiche e sindacali stanno discutendo in questi giorni.
Il segretario nazionale di CislScuola Francesco Scrima non ha peli sulla lingua: “Pensare di risolvere il problema pressante per il nostro Paese dell’abbandono, della dispersione, dell’insuccesso formativo, semplicemente allungando la permanenza a scuola mediante l’innalzamento dell’obbligo scolastico a 16 anni, può essere rassicurante ma purtroppo è solo una risposta pigra, omologante, che non fa i conti con una realtà in cui il 25% dei giovani si perde prima di raggiungere un titolo o una qualifica”.
Il messaggio è diretto all’Unione, il cui programma parla di biennio unitario e di obbligo scolastico a 16 anni, e a maggior ragione alla Cgil che sostiene addirittura la necessità di estendere l’obbligo a 18 anni.
Ma in concreto, qual è la proposta di CislScuola ?
“Noi scegliamo un altro obiettivo, un’altra priorità: non la permanenza fine a se stessa, ma lo sbocco più adatto, più dignitoso, più significativo per tutti, garantendo a ciascuno equità e parità di opportunità nell’accesso a tutti i percorsi, nel trattamento e nella riuscita”.
Per evitare equivoci, Scrima si affretta però a prendere le dovute distanze anche dalla attuale maggioranza: “Ribadisco la contrarietà e la delusione del nostro sindacato e dell’intera categoria per le scelte di politica scolastica di questa legislatura, nel metodo e nel merito”
Dalle parole del leader di CislScuola sembra insomma emergere un sostegno non tanto indiretto alle posizioni moderate di una parte della Margherita: aveva fatto scalpore, qualche settimana fa, la notizia di un intervento della “ulivista” Fiorella Farinelli che metteva in discussione l’obbligo scolastico a 16 anni richiamando invece – proprio come fa ora Scrima – la necessità di riqualificare seriamente i percorsi dell’istruzione e della formazione professionale.