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Cittadinanzattiva: si pubblichi l’anagrafe nazionale sull’edilizia scolastica

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Per questo domani, oltre al monitoraggio sulla sicurezza e la qualità della scuola, sarà presentato anche un «ricorso civico» di Cittadinanzattiva contro il ministero dell’Istruzione affinchè si renda pubblica l’anagrafe edilizia che al ministero è stata consegnata da «due anni e mezzo ma che continua a non essere resa pubblica».
L’indagine ha interessato 165 scuole di 18 regioni, tutte ad eccezione di valle d’Aosta e Liguria, ed è stata condotta da 155 cittadini monitori attraverso 446 indicatori. Secondo Cittadinanzattiva, in una scuola su sette sono presenti lesioni strutturali, distacchi di intonaco in una su cinque e, nel corso dell’ultimo anno scolastico, ben 29 casi di tragedie sfiorate a causa di crolli di diversa entità nelle scuole. Migliorano i dati sul possesso delle certificazioni, peggiora invece lo stato di manutenzione delle scuole che nel 39% dei casi é del tutto inadeguato, così come la qualità di vita all’interno degli ambienti scolastici, interessati più che in passato, forse anche per via dell’ultima annata particolarmente piovosa, da muffe, infiltrazioni e segni di umidità che colpiscono un’aula su cinque. E un terzo delle scuole ha subito atti di vandalismo.
In breve: “La manutenzione è inadeguata nel 39% dei casi. In una su 4 segni di fatiscenza, in 1 su 3 muffe nei bagni , 1 su 5 cade l’intonaco nelle aule”; e ancora: il 51% delle aule è senza tapparelle o persiane e il 28% ha le finestre rotte; e ancora il 10% delle sedie e dei banchi è rotto e in oltre un terzo dei casi (39%) gli arredi non sono a norma, adeguati ad esempio all’altezza degli alunni.
Inoltre, dice il rapporto, gran parte delle scuole sembrerebbe priva di barriere architettoniche, ma in realtà l’accessibilità si ferma spesso al solo ingresso, oltre troviamo aule in un caso su quattro inaccessibili a studenti in carrozzina e prive di arredi e attrezzature didattiche destinati a loro.
Sempre nell’ultimo anno, dalle famiglie sono arrivati circa 390 milioni di euro, sotto forma di contributo volontario o donazione di materiali e beni, senza i quali la nostra scuola non potrebbe tirare avanti. Nel particolare, il 70% delle famiglie ha effettuato donazioni per gli alunni: in media tra i 50 euro (per la scuola dell’infanzia) e i 100 euro (secondaria 2) mentre il totale ammonta a 389.452.610 Euro. «Pur apprezzando il grande sforzo compiuto dall’attuale governo con lo stanziamento di fondi (150 milioni subito, 300 nel prossimo triennio), è poca cosa rispetto al reale fabbisogno.
Basti pensare che il costo di un edificio scolastico di media dimensioni, antisismico, energetico, a norma costa 5 milioni di euro», afferma Adriana Bizzarri, coordinatrice nazionale della scuola di Cittadinanzattiva. «E poi basta con l’anagrafe scolastica eterna incompiuta e fantasma, che invece è « indispensabile alle istituzioni per una programmazione seria e attendibile sulle scuole da sistemare e su quali priorità investire i fondi del ‘decreto del fare’, ed é indispensabile alle famiglie per sapere in quali scuole si recano ogni giorno i nostri figli. Per questo siamo ricorsi alla procedura di accesso civico agli atti nei confronti del ministero dell’istruzione che, entro 30 giorni, come previsto dal decreto 33/2013 sulla trasparenza dovrà risponderci in merito alla anagrafe. A tutela soprattutto dei più piccoli e degli studenti con disabilità, penalizzati più degli altri dalle pessime condizioni degli edifici scolastici».
Sempre oggi sono previste tre audizioni presso la Camera dei deputati sull’edilizia scolastica, nell’ambito dell’inchiesta di iniziativa parlamentare dedicata al tema. Oltre alla stessa Cittadinanzattiva, verranno ascoltati Legambiente e l’Ance.
Cittadinanzattiva lancia l’allarme anche sulla sicurezza dei più piccoli (1 scuola dell’infanzia e primaria su 4 ha accessi comunicanti direttamente su strade statali, provinciali o ad alto traffico) e sulla scarsa cura delle aree verdi. Per le scuole secondarie, critica la situazione delle palestre e dei cortili, ma da segnalare anche la mancanza di cartelli che segnalano il divieto di fumo e l’assenza di distributori di snack naturali, come yogurt e frutta.