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Classi pollaio, è allarme in Piemonte: per l’a.s. 2025/26 ci saranno 333 posti in meno

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Anche quest’anno il conto delle cattedre cala. A settembre, in Piemonte, ci saranno 333 posti in meno, come comunicato dall’Ufficio scolastico regionale durante l’incontro sull’organico di diritto. La crisi demografica incide: in un solo anno si sono persi 8mila iscritti. Ma non è l’unica causa. La recente legge di bilancio impone un taglio nazionale di 5.560 docenti entro il 2025/2026.

In Piemonte, dove gli insegnanti sono circa 43mila, l’impatto sarà meno pesante rispetto ad altre regioni, che perdono fino al 20% dell’organico. Ma si tratta comunque di posti destinati a scomparire, in un sistema scolastico che, paradossalmente, avrebbe potuto approfittarne per dire addio alle classi sovraffollate. Invece, si mantiene il limite massimo di 27 alunni, spesso anche superato.

“Il ministero pensa solo a fare cassa, ma lo fa sulla pelle del futuro del Paese”, denuncia Agostino Colotti, segretario Uil Scuola Piemonte in un’intervista a Repubblica. Intanto, altre 70 cattedre verranno riservate a classi con almeno il 20% di studenti stranieri, per l’insegnamento dell’italiano.

In questi giorni si sta definendo l’organico per ogni istituto, con un sistema informatizzato che incrocia i dati sugli iscritti. I docenti delle cattedre soppresse, pur non perdendo il lavoro, saranno spesso costretti a cambiare scuola. La precarietà resta una costante: almeno il 25% dei posti è coperto da supplenti.

“I concorsi non bastano. Serve un unico organico stabile, per iniziare l’anno scolastico senza il solito caos”, insiste Colotti. E sul fronte sostegno, la carenza è cronica: solo 7mila insegnanti su 20mila hanno il titolo. “Il problema? Le università piemontesi offrono solo 500 posti per la specializzazione, contro i 3mila del Molise. Bisogna abolire il numero chiuso e formare più persone, in base al reale fabbisogno”.