Home I lettori ci scrivono Compiti delle vacanze sempre più “originali”?

Compiti delle vacanze sempre più “originali”?

CONDIVIDI

Ultimamente compaiono sui media diversi articoli sulla recente tendenza di assegnare compiti delle vacanze sempre più“originali”. 

Sembra essersi scatenata una competizione su chi inventa le attività più disparate e spesso assurde, come quelle suggerite dalle maestre liguri della scuola primaria di Ferrada: “salire sugli alberi, raccogliere fiori e conchiglie, ballare come matti da soli in cameretta,  guardare albe e tramonti, guardare il cielo di notte e aspettare una stella cadente per esprimere un desiderio,  fare almeno un pigiama party, raccoglier fiori da regalare alla mamma, aiutare in casa, decidere obbiettivi importanti e fantasticare su cosa si vuol fare da grandi. 

O come quelle ideate da un sindaco di Mamoiada (Nuoro) che invita i ragazzi a “non svolgere i compiti durante la pausa estiva, meglio: scrivere, leggere, ballare, fare lunghe passeggiate, vedere un film, scrutare l’alba”. 

Non penso sia compito dei docenti e dei sindaci stabilire come gli studenti debbano trascorrere le vacanze e il tempo libero con i propri genitori. 

Ritengo sia un’indebita ed offensiva ingerenza alla libertà e all’autonomia di scelta delle famiglie stabilire quali siano le attività da svolgere durante le vacanze, come se non si avesse alcuna fiducia nella capacità di discernimento dei genitori su ciò che “fa crescere i propri figli”.

E’ sbalorditivo che un sindaco suggerisca addirittura “agli studenti di tutti gli ordini e grado del paese” di NON svolgere i compiti estivi, senza il minimo rispetto per le decisioni professionali dei docenti che li hanno assegnati  e per le esigenze specifiche dei diversi studenti (ognuno è un caso a sé e non esiste una ricetta unica, ugualmente valida per tutti).

Fra il proporre le scuole aperte anche d’estate (ci sono già ottimi centri e associazioni sia laiche che confessionali ad accogliere i bambini durante le vacanze) e l’inventare compiti alternativi c’è un fil rouge: “statalizzare” la funzione educativa delle famiglie, delegittimandole e  ritenendole incapaci di  fare i genitori, in  maniera autonoma e consapevole. 

Ognuna dovrebbe cercare di svolgere il proprio compito senza indebite ingerenze in campi che esulano dal proprio ruolo.