
Continuano ad esserci anomalie relative al concorso per dirigenti scolastici, soprattutto in Campania, dove la selezione è bloccata. Il Comitato dei candidati esclusi dalla prova orale ha scoperto un altro caso di incompatibilità tra i candidati al concorso che hanno superato la prova scritta. Lo riporta Il Corriere della Sera.
Il caso incriminato
Attraverso prove incrociate, decreti regionali e codici fiscali, i componenti del comitato hanno segnalato che una candidata, pronta per il colloquio orale per diventare preside, risulta essere regolare assegnataria di una farmacia, quindi un’imprenditrice.
“Una palese irregolarità per incompatibilità”, sostengono i componenti del comitato, ai sensi dell’articolo 53 del Decreto legislativo 165 del 2001, secondo cui il dipendente pubblico è incompatibile, in caso di assunzioni nel settore commerciale, e non può assumere ruoli in società con scopo di lucro.
Eppure la candidata, in graduatoria dall’11 novembre 2023 è diventata ufficialmente assegnataria di una farmacia il 30 maggio dello scorso anno. In base alla documentazione che i componenti del Comitato nella giornata di oggi depositeranno presso i propri legali per un’integrazione della denuncia penale già presentata l’aspirante preside farmacista non avrebbe potuto nemmeno svolgere la prova scritta.
Altre anomalie
Inoltre, come scrivono i membri del Comitato in un comunicato, sarebbe emersa la presunta manomissione di un verbale della prima prova scritta del concorso, tenutasi il 30 ottobre 2024. Inoltre, i candidati hanno affidato a una perita calligrafica l’analisi delle griglie di valutazione concorsuali. Le perizie hanno rivelato, secondo quanto si legge nelle conclusioni peritali, “anomalie grafiche che potrebbero corrispondere a correzioni o cancellature dello scritto originariamente vergato”.
Ricorsi in tutta Italia
Oltre a quanto avvenuto in Campania, con addirittura la sospensione degli esami, in varie regioni stanno fioccando esposti e ricorsi. Lo riporta La Repubblica.
Si parla di opacità sull’estrazione delle tracce. Dubbi sullo scioglimento dell’anonimato. Collaborazioni professionali tra candidati e commissari. Esaminati ed esaminatori che si sono scambiati, negli anni, i ruoli. Sostituti chiamati a giudicare seppur bocciati alle prove preselettive. Colleghi che correggono i compiti di altri colleghi. Uso di codici non consentiti. Griglie di correzione con cancellature. Potenziali conflitti d’interesse. Addirittura presunte discriminazioni di candidati con disabilità accertate.
In Lombardia verrà presto presentato un ricorso al Tar perché, secondo i candidati esclusi dalla prova orale “dall’analisi dei verbali e dei documenti ottenuti tramite richieste ufficiali di accesso agli atti sarebbero emerse diverse anomalie sia formali che sostanziali”.
Tra le criticità ce n’è una comune a tutte le Regioni che riguarda l’estrazione delle tracce della prova scritta che sarebbe avvenuta 48 ore dopo il compito e in assenza di testimoni, anziché contestualmente allo scritto. In molte aule, inoltre, i candidati raccontano di aver avuto a disposizione la busta contenente il codice identificativo e una penna per tutta la durata della prova: con quella avrebbero potuto copiare numeri e lettere associati al proprio compito, violando così l’anonimato. Dai verbali emergerebbe pure che alcuni elaborati sarebbero stati riaperti in più riprese, anche in giorni e mesi differenti; altri ancora non risultano valutati.