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Concorso docenti, Renzi incontra Giannini per decidere la prova scritta: per i bandi c’è tempo

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Renzi è stato di parola: in settimana incontrerò il ministro Giannini per fare il punto sul concorso per 63.712 docenti. Dopo sole ventiquattrore si è svolto l’incontro.

Nel pomeriggio di lunedì 8 febbraio, premier e responsabile del Miur si sono incontrati.

A leggere le agenzie di stampa, le decisioni prese arriveranno entro “la fine del mese”, con la pubblicazione dei bandi (che dovrebbero essere ben quattro).

Dalle prime indiscrezioni, sembrerebbe tuttavia che su alcuni punti ci sia stata piena sintonia. Ad iniziare dalla necessità di allestire “una selezione di qualità”.

Ed è per questo che si lavorerà nelle prossime ore per trovare un punto di equilibrio sui quesiti – tutti a risposta aperta – da porre in inglese in occasione della prima prova scritta. Il Miur vorrebbe che due su otto fossero in lingua straniera. Il Cspi invece, assieme ai sindacati, preferirebbe un solo quesito in inglese.

Nelle ultime ore è spuntata un’altra ipotesi, riproposta dall’Ansa: intervenire sul “peso” dei punteggi da attribuire ai due quesiti rispetto al pacchetto complessivo.

 

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“Il nodo, secondo quanto si è appreso, dovrebbe essere sciolto in tempi brevissimi, già mercoledì o giovedì”, quindi il 10 o l’11 febbraio.

L’operato di Governo e Miur sul concorso, qualunque sia l’esito della decisione, non sembra però piacere ai sindacati.

Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda, parla di “annuncite” sul concorso, perché “da due mesi si susseguono soltanto gli annunci, l’ultimo dei quali è arrivato dal sottosegretario Faraone che ha parlato di pubblicazione dei bandi ‘entro 15 giorni, al massimo entro fine mese’, confermando poi che la prova scritta del concorso si svolgerà a fine marzo. Non rispettando i termini stabiliti dalla legge, il Miur arreca un grave danno ai candidati che avranno ben poco tempo per prepararsi rispetto ai contenuti dei bandi”.

È critico anche il segretario generale della Uil scuola, Pino Turi, per il quale è “impossibile da sostenere la valutazione sulla base delle prove di lingua, mai richieste nel profilo culturale e professionale dell’attuale docente. La giusta esigenza di selezionare docenti che posseggano le abilità linguistiche si può realizzare – sostiene il sindacalista – con una prova facoltativa a cui assegnare un punteggio aggiuntivo. In questo modo otterrebbe il doppio risultato di riconoscere la professionalità del ‘bravo docente’ di matematica, ovvero di latino e greco e valorizzare al tempo il docente che ha abilità linguistiche”.

 

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