Home I lettori ci scrivono Concorso Dsga, ennesima beffa per gli assistenti amministrativi

Concorso Dsga, ennesima beffa per gli assistenti amministrativi

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Il DM 863 del 28/12/2018 bando reclutamento DSGA, disattende la sequenza contrattuale del 25 luglio 2008 Art. 2 comma 2 che così recita: La mobilità viene attivata, con cadenza biennale a partire dall’a.s. 2009/2010. Per gli assistenti amministrativi che aspiravano alla progressione verticale della carriera è arrivata l’ennesima delusione, visto che dall’a.s. 2009/2010 non è stata più attivata.

Il nuovo bando per diventare DSGA non prevedendo una differente procedura concorsuale per chi partecipa dall’interno avvalendosi della prevista riserva del 30%, è impugnabile.
Così come concepita dal bando detta riserva del 30% a favore degli A.A. è una burla in quanto limita fortemente la platea degli A.A. che possono partecipare, e quelli ammessi lo devono alla pari con tutti gli altri partecipanti, in condizione di assoluto svantaggio.

Infatti, invito alle seguenti riflessioni: Il personale interno in possesso del previsto titolo di studio (laurea magistrale) può partecipare a prescindere, tutti gli altri che avrebbero potuto partecipare in virtù dei precedenti requisiti previsti dalla sequenza contrattuale 25 luglio 2008, vengono esclusi, soltanto chi ha espletato i famosi 3 anni ne traggono un beneficio. Ma attenzione, così come precedentemente accennato, è un beneficio aleatorio, in quanto questi si dovranno confrontare alla pari con studenti freschi di laurea, appartenenti ad altre generazioni cresciute nell’era digitale e globalizzata.

Tale divario risulta essere a tutto vantaggio delle giovani generazioni, più progredite nell’informatica e delle lingue. Come se ciò non bastasse, il tempo di preparazione e di studio per gli esami, non tiene in nessun conto l’impegno lavorativo degli A.A. (almeno 6 ore al giorno).

Ci si chiede come possono essere messi alla pari dei soggetti che per quanto sopra esposto uguali non sono? Dove è finita la tanto decantata professionalità acquisita con l’esperienza accumulata in tanti anni di sacrifici (molti dei quali senza alcun riconoscimento). Questo è il benservito a chi per anni, e per solo spirito di appartenenza ha consentito il funzionamento di moltissime Istituzioni Scolastiche.

Vorrei inoltre capire perché, nel caso degli insegnanti diplomati della scuola materna ed elementare i giuristi del Ministero hanno superato il problema facendo espletare a questi ultimi un semplice esame colloquio, e nel caso degli AA che per anni hanno retto gli uffici oggi messi a concorso superando sul campo tutti gli esami possibili ed immaginabili, sottoponendosi periodicamente alla valutazione dei revisori contabili, non hanno trovato una soluzione analoga.

Un’ultima considerazione. Qualcuno mi spieghi perché alla carriera di D.S. si accede si per concorso, ma soltanto dopo almeno 5 anni del c.d. ruolo docente, e per diventare DSGA, chiunque anche se bravissimo in diritto o economia può occupare di punto in bianco una scrivania così importante. Per esperienza sono in grado di affermare che chiunque, anche se genio, ha bisogno di almeno 2/3 anni per potere capire le problematiche che ci sono scuola, e nel frattempo, come da sempre accade, il lavoro viene condotto dai soliti noti sempre esclusi, gli assistenti amministrativi.

Emilio Bernuzzi