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Concorso scuola, M5S: “Dichiarazioni Bianchi inconcepibili. Quiz voluti dal dicastero del Ministro”. FdI: “Selezione fallimentare”

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Le dichiarazioni del ministro dell’istruzione Patrizio Bianchi, presente all’evento organizzato dalla Gilda degli Insegnanti sulla burocrazia nella scuola, relativamente al sistema dei concorsi, hanno fatto rumore. Diverse le reazioni di schieramenti politici anche opposti sulla critica del titolare del dicastero sulla formula del concorso che si sta svolgendo in questi giorni:

“Le dichiarazioni del ministro Bianchi sul concorso per docenti di scuola secondaria di I e II grado sono sinceramente inconcepibili. Come è possibile parlare di una organizzazione delle prove inadeguata che è stata ereditata dal passato, se la semplificazione delle modalità di selezione è stata realizzata proprio con l’attuale titolare del dicastero dell’Istruzione, all’interno del decreto n.73 del 25 maggio 2021?”. Si chiedono le deputate e i deputati del MoVimento 5 Stelle in commissione Cultura.

“Ricordiamo che – proseguono -, quando furono banditi dall’ex ministra Azzolina durante la pandemia, i concorsi per i docenti prevedevano, come tutti i concorsi pubblici, una (eventuale) prova preselettiva, due scritte e una orale, che avrebbero senza dubbio garantito una corretta selezione, garantendo ai candidati la possibilità di esprimere le proprie conoscenze. Per garantire comunque la massima sicurezza in termini sanitari, fu stabilito di svolgere i concorsi in più sedi decentrate”.

“Ricordiamo inoltre che, se non fosse stata per la determinazione del Movimento 5 Stelle, autore di una vera e propria battaglia dei concorsi per le scuole, questi ultimi non si sarebbero mai svolti. Se anche il ministro Bianchi oggi riconosce l’inopportunità dei cosiddetti ‘quiz a crocette’ per valutare la preparazione e la professionalità dei docenti, ascolti la nostra richiesta e modifichi i criteri dei concorsi introducendo, così come fatto per il concorso ordinario bandito dal governo Conte II, prove scritte a risposta aperta” concludono i portavoce pentastellati.

M5S: quiz introdotti da Bianchi

“È paradossale che il ministro Bianchi definisca il quiz per la prova scritta dei concorsi per la scuola, che tanto scontento sta creando tra i candidati, una eredità del passato. La previsione originaria alla base dei concorsi, stabilita dalla ex ministra Azzolina, stabiliva quesiti aperti tanto per il concorso ordinario che per quello straordinario. I quiz hanno sostituito integralmente le prove scritte con decreto proprio sotto il dicastero di Bianchi. Il ministro è incappato in una evidente svista. Poco male al confronto del disagio che stanno subendo migliaia di candidati che hanno partecipato alle prove. Su questo auspichiamo che il ministro si ravveda e che possa presto spiegare in Parlamento come sarà possibile a questo punto coprire i posti disponibili e con quale peso a carico dell’erario”. 

Così le esponenti del MoVimento 5 Stelle in Commissione Istruzione al Senato Danila De Lucia, Michela Montevecchi, Loredana Russo, Orietta Vanin, Mariolina Castellone.

Bucalo (FdI): metodo fallimentare, il 90% dei candidati non lo ha superato 

Anche la deputata di Fratelli d’Italia Ella Bucalo è intervenuta sull’argomento:

“Il concorso ordinario della scuola secondaria ha registrato un dato allarmante: il 90% dei candidati non lo ha superato. Prova, questa, del metodo di selezione fallimentare da tempo contestato da Fratelli d’Italia. Assurdo assistere alla mannaia calata su tantissimi candidati che attendevano da anni questo concorso. Le risposte multiple a domande incomprensibili e con opzioni di risposta che inducono facilmente all’errore, non sono il metodo giusto per selezionare la preparazione e la competenza dei nostri docenti. Non si può continuare a distruggere il nostro sistema scolastico e accanirsi sulla vita di tantissimi professionisti. E’ arrivato il momento di rivedere urgentemente il nostro sistema di reclutamento e prioritariamente salvaguardare i tantissimi precari con 36 mesi di servizio, introducendo il doppio canale. Quel “concorso-cappio” è basato su test sulla “fortuna” più che sulla preparazione. E di fortuna, va detto, non devono averne molta i tantissimi docenti che del precariato da anni ne hanno fatto il loro status. Un concorso che impone il superamento di prove assurde in 100 minuti – conclude la Bucalo – è più una trappola che una strada per la contrattualizzazione.”